
Il fatto del giorno
di Giorgio Dell'Arti
La città italiana dove si vive meglio è Aosta. La città dove si vive peggio è Caltanissetta.
• Chi lo dice?
Il Sole 24 Ore che ogni anno fa la classifica della qualità della vita. Prende le province – oggi in numero di 103 – e, attraverso un istituto di ricerca che si chiama Ipr Marketing, interroga gli abitanti: 700 soggetti a territorio, cioè 74.900 persone, tutte maggiorenni ed equamente suddivise tra uomini e donne. Esce fuori una specie di corsa in sei tappe: Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi/Ambiente/Salute, Ordine pubblico, Popolazione, Tempo libero. Si dànno mille punti alla città che arriva prima e un punteggio proporzionale, in base alla distanza dalla prima, alle altre. un’indagine seria, che ogni volta si conquista le prime pagine dei giornali. Purtroppo ci dice un mucchio di cose che già sappiamo.
• Per esempio?
Per esempio che il Sud è ormai non un problema, ma il problema. La parte bassa della classifica – cioè dal settantesimo posto in poi - è fatta tutta da città meridionali. Napoli è addirittura 97esima, Palermo è penultima alla pari con Agrigento. Carlo Carboni, che ha commentato per il Sole la ricerca, ha scritto: «E’ come se le disuguaglianze territoriali europee fossero racchiuse in un solo Paese […] mentre il Centro-Nord appare integrato e omogeneo all’Europa continentale, il Mezzogiorno ha un reddito pro capite medio ormai raggiunto da quello ungherese e da quello slovacco». Nel disastro del Sud, la Sicilia occupa una posizione speciale: quella che sta meglio è Enna, settantanovesima. La città meridionale meglio piazzata è Oristano, diciannovesima. prima nella classifica relativa alla sicurezza, cioè è quella dove si compiono – percentualmente – meno reati. In questa tappa l’ultima è Torino. La citta settentrionale peggio piazzata è Alessandria. Di Torino non deve meravigliarsi. Oltre tutto, uno studio approfondito delle graduatorie mostra che la qualità della vità è meglio garantita nelle città piccole o medio-piccole. Lo dice anche la sequenza storica delle prime classificate. Dal 1999 a oggi, nell’ordine: Parma, Bologna, Bolzano, Sondrio, Firenze, Bologna, Trieste, Siena, Trento.
• Che differenze ci sono tra la prima e l’ultima?
Piuttosto impressionanti. Ad Aosta il Pil medio pro-capite è di oltre 34 mila euro l’anno, a Caltanissetta di 16 mila, neanche la metà. Tasso di disoccupazione: 3,2% ad Aosta, 16% a Caltanissetta. Rapine: meno di 17 ogni 100 mila abitanti da una parte, oltre 48 nell’altra. Immigrati: 6,2% ad Aosta, 1,3% a Caltanissetta…
• Avere più immigrati dà punteggio?
Sì, perché l’immigrazione si dirige preferibilmente dove stanno le occasioni di lavoro, cioè il benessere. Le città con più stranieri (dati 2007 Caritas/Migrantes) sono Parma, Asti, Prato, Brescia, Modena, Reggio Emilia. Treviso, dove sembra che Gentilini gli immigrati voglia mangiarseli a colazione, è undicesima, una posizione altissima. La prima città meridionale per stranieri è Brindisi, 66esima. L’indice considera favorevolmente anche il basso prezzo delle case e qui forse il ragionamento è discutibile: se le case costano poco è perché una certa zona ha poco valore oppure non è troppo richiesta. Infatti i mille punti in questa graduatoria li prende proprio Caltanissetta, dove il costo a metro quadro in una zona semicentrale è mediamente di 1.240 euro. Le ultime due, cioè le più care, sono Milano e Roma. 5.020 e 5.400 euro a metro quadro. Sarebbe interessante vedere come si sarebbero piazzate le due città se l’ordine di questa classifica fosse stato invertito.
• Già, Milano o Roma? Dov’è che si sta meglio?
Milano è al primo posto nella tappa relativa al tenore di vita: ha le pensioni più alte (962,71 euro al mese in media: l’ultima, Benevento, sta a 479,90) e i redditi più cospicui (39.442 euro l’anno contro i 14.547 di Crotone). Roma è prima nel saldo tra imprese che aprono e imprese che chiudono (rapporto di 1,38 contro lo 0,77 dell’ultima, che è Trapani). Alla fine sta meglio Milano, ventesima, di Roma, ventottesima. Però, rispetto ai dati dell’anno scorso, tutt’e due stanno scivolando verso il basso. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 30/12/2008]
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