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 2008  dicembre 30 Martedì calendario

GIAN ANTONIO ORIGHI

MADRID
Che business l’energia eolica in Spagna. Un recentissimo rapporto della Associación Empresarial Eolica (Aee, la Confindustria del settore che raggruppa 150 imprese) rivela che gli aerogeneratori hanno reso nel 2007 la bellezza di 3,2 miliardi di euro e hanno creato 37.730 posti di lavoro. Non solo: l’appena sfornato studio sul 2008 dell’operatore statale Red Electrica Española segnala che l’energia verde dei giganteschi mulini a vento copre ormai l’11% del fabbisogno elettrico del Paese, 3º produttore mondiale con 15,576 MW. E le prospettive, in una Spagna in cui il premier socialista Zapatero vuole uscire dal nucleare, sono ancor più rosee.
Lo studio della Aee, nel Paese che ha dato i natali a Don Chisciotte e che copre il 24% del suo fabbisogno con le rinnovabili (e il 20% con l’atomo) rileva pure che l’apporto delle pale eoliche sul Pil è dello 0,35%, più di quanto contribuiscano il settore calzaturiero o la pesca. Ancora: l’effetto sulla bilancia fiscale è di 189 miliardi di euro, su quella commerciale via esportazioni, di 2.550 miliardi (più del vino). Poi: il contributo all’autosufficienza energetica è stato pari a 5,7 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio). Infine: in tempi di lotta contro il riscaldamento globale, è stata evitata l’emissione di 18 milioni di tonnellate di CO2.
Le previsioni occupazionali di Comisiones Obreras, il principale sindacato di «Zapaterolandia», vaticinano che nel 2010 le energie pulite creeranno in Spagna 94.057 nuovi occupati, di cui 36.196 nel settore del vento.
Il volano di questa fonte è stata una legislazione (indipendente dal fatto che governassero i popolari di centrodestra dell’ex premier Aznar o i socialisti di Zapatero) che ha sempre incentivato gli impianti eolici. I produttori possono scegliere tra un sistema di tariffe con premio (circa 75 euro per MW prodotto all’ora) e il cui assorbimento da parte delle compagnie dell’energia è obbligatorio, o la vendita dell’elettricità ricavata a prezzo di mercato, ricevendo poi un bonus pari al 40% della media del prezzo di elettricità annuo.
Quest’anno in Spagna l’energia del vento ha battuto quella prodotta dall’atomo (in 8 centrali). Le imprese spagnole dell’eolico, che sono 706 (contando i fabbricanti di aerogeneratori e di componenti, più l’indotto) si sono poi lanciate anche all’estero, e imprese come Iberdrola, Acciona e Gamesa sono in pole-position tra i leader mondiali delle rinnovabili. «Con questa industria non solo rafforziamo la nostra indipendenza energetica ma miglioriamo anche la nostra bilancia dei pagamenti e quella fiscale» rivendica Carmen Becerril, direttrice alle Risorse di Acciona.
In questo quadro, mentre persino la banca Santander, per farsi pubblicità e dimostrare che pensa all’energia del futuro, pubblica cartelloni con gigantesche pale a vento, non stupisce che ci sia stato il tutto esaurito al maxi concorso pubblico della Galizia, ove erano in palio la bellezza di 1.200 nuovi aerogeneratori che entreranno in funzione dal 2012 e produrranno altri 2.325 MegaWatt. «Ogni mulino di energia eolica produce una redditività netta di 60 mila euro», sintetizza El País.

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