Annuario Panorama 2008, 30 dicembre 2008
Il 9 marzo 2008 si svolgono le elezioni politiche in Spagna. A vincere è di nuovo José Luis Zapatero, leader del Partito Socialista (Psoe) e primo ministro in carica
Il 9 marzo 2008 si svolgono le elezioni politiche in Spagna. A vincere è di nuovo José Luis Zapatero, leader del Partito Socialista (Psoe) e primo ministro in carica. Il suo avversario è Mariano Rajoy, capo del Partito Popolare (Pp) e dell’opposizione, già sconfitto da Zapatero alle elezioni del 2004. I socialisti vincono nuovamente, ma non stravincono: ottengono il 43% (169 seggi su 350, nel 2004 erano 165) contro il 40% dei popolari (154 seggi, erano 149), percentuale di maggioranza relativa che li costringerà ad allearsi in Parlamento con i partiti autonomisti. Massiccia per la Spagna l’affluenza alle urne (75,4%), trascinata un’altra volta dalla commozione: due giorni prima, a Mondragon, non lontano da Bilbao, era stato assassinato dall’Eta un ex assessore comunale socialista, Isaias Carrasco, di 42 anni. Per la seconda elezione consecutiva, il paese ha visto la campagna elettorale interrotta dal terrorismo (nel 2004 furono 191 i morti per mano di al Qaeda). «Ho una maggioranza forte, sufficiente, solida. Governerò meglio e con più umiltà», le prime parole di Zapatero. La campagna elettorale era stata contrassegnata da frequenti prese di posizione delle gerarchie cattoliche contro il Partito socialista. Il 30 gennaio la Conferenza episcopale spagnola aveva diffuso un decalogo anti-Zapatero, con indicazioni dettagliate per orientare il voto dei cattolici. Per esempio: appoggiare soltanto i partiti che difendono la famiglia tradizionale, che si oppongono all’eutanasia e non agevolano i divorzi, l’aborto, le coppie gay. l’esito dello scontro iniziato con le riforme varate da Zapatero in materia di diritti civili: matrimonio tra omosessuali con facoltà d’adozione, uguaglianza tra i sessi, divorzio-lampo, procreazione assistita, limiti all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, e qualche accenno a una possibile legge sull’eutanasia. Benedetto XVI ha poi scelto Madrid come sede della prossima Giornata mondiale della gioventù, nel 2011, un anno prima delle prossime elezioni spagnole. Oltre alle riforme sui diritti civili, il governo socialista nella prima legislatura ha portato a termine il ritiro delle truppe spagnole dall’Iraq (nei primi quattro anni di governo Zapatero non ha mai incontrato nessun rappresentante ufficiale della Casa Bianca), la riforma del sistema radiotelevisivo, la riforma del diritto d’asilo, la legge contro il precariato, la ferrovia ad alta velocità Siviglia-Barcellona e ha dato il via, nel 2008, a un’ampia riforma del sistema e della struttura del potere giudiziario.