Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  dicembre 30 Martedì calendario

SALVATORE TROPEA

TORINO - Ancora ventiquattrore dopodiché, in assenza di un provvedimento che garantisca una qualche forma di incentivo da parte del governo, l´industria italiana dell´auto dovrà affrontare senza alcun paracadute il terribile 2009. E sarà la sola in Europa a trovarsi in queste condizioni perché in quasi tutti gli altri paesi, sotto varie forme, sono state prese decisioni per attutire la botta. In Italia si è parlato a lungo, non sono mancate le polemiche e qualche promessa, ma non è seguito nulla di concreto.
Tutto questo accade mentre il mercato dell´auto si appresta a chiudere un anno nero seguito da uno peggiore e la Fiat e tutte le attività indotte che ruotano attorno ad essa sono ferme per un periodo di cassa integrazione la cui durata non ha precedenti nella loro storia. Con la fine dell´anno, ovvero con la mezzanotte di domani, scadono gli ultimi incentivi alla rottamazione, quelli che prevedevano 700 euro per veicoli nuovi con emissioni fino a 140 grammi per chilometro di CO2 che salgono a 800 se le emissioni sono entro i 120 grammi purchè venga rottamata un´auto euro 0,1 e 2, in aggiunta a un anno di bollo (tre se il veicolo rottamato è un euro 0). Le proposte sul tavolo del governo sono sostanzialmente due: una che prevede il rinnovo del provvedimento con le stesse modalità e un´altra, non meglio precisata, che lo estende anche ad altre categorie di vetture. A meno di una decisione dell´ultima ora non si ha notizia al momento di una mossa da parte del governo (il ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola ha anzi ribadito recentemente: «Escludo aiuti diretti, sulle rottamazioni vogliamo muoverci in sintonia con l´Europa»). E questo secondo alcuni osservatori chiama anche in causa la lobby del Lingotto. I cui vertici sinora, come hanno ripetutamente puntualizzato Montezemolo e Marchionne, non hanno mai chiesto nulla al governo dal 2004 a oggi.
Stando così le cose l´Italia è un´eccezione nel panorama europeo per non parlare degli Stati Uniti dove, tra dubbi e polemiche, si è messo comunque mano ai sostegni (e oggi GM e Chrysler dovrebbero ricevere una tranche da 4 miliardi dal Tesoro Usa). La Francia di Sarkozy ha deciso per incentivi di mille euro con una spesa di 200 milioni di euro, la Svezia ha stanziato 2,5 miliardi di euro a favore di Saab e Volvo, due società rispettivamente controllate da GM e Ford. La Germania della signora Merkel ha optato per gli incentivi indiretti alle società che si occupano di credito agli acquisti di auto. Altrettanto si è fatto in Inghilterra paese che, notoriamente, da anni è fuori dalla scena dei produttori di automobili.
Nonostante gli allarmi delle organizzazioni sindacali, l´Italia è rimasta al palo. Il prezzo di questo ritardo, o peggio, di una non decisione potrebbe essere ancor più alto del previsto anche perché le prospettive non fanno intravedere un ritorno alla normalità. Il 2 gennaio si conosceranno i dati sul mercato italiano dell´auto relativi al mese di dicembre. Sembra siano migliori rispetto a novembre: ma ci vuole poco a recuperare su uno scivolone del 30%. Si parla di un meno 10%, ma dentro ci sono sconti mai visti, chilometri zero e altri accorgimenti per indorare la pillola in attesa del 2009.