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 2008  dicembre 30 Martedì calendario

I lavoratori inglesi hanno tre prospettive nel 2009: essere licenziati, subire una riduzione anche consistente dello stipendio o, nella migliore delle ipotesi, rassegnarsi a un congelamento del salario e abbandonare ogni speranza di aumenti o bonus

I lavoratori inglesi hanno tre prospettive nel 2009: essere licenziati, subire una riduzione anche consistente dello stipendio o, nella migliore delle ipotesi, rassegnarsi a un congelamento del salario e abbandonare ogni speranza di aumenti o bonus. Questo lo scenario dipinto ieri dagli esperti del Chartered Institute of Personnel and Development (Cipd), l’organizzazione dei responsabili della gestione del personale. Nel rapporto annuale, il Barometer Report, l’istituto prevede che almeno 600mila posti di lavoro verranno eliminati il prossimo anno, portando il totale dei senza lavoro vicino alla soglia dei 3 milioni prima che la recessione allenti la sua morsa. «Le nostre previsioni, basate sui sondaggi e le opinioni dei datori di lavoro - ha detto ieri John Philpott, chief economist del Cipd - sono che il numero di licenziamenti aumenterà bruscamente nei primi mesi del 2009, quando le aziende si renderanno conto delle prospettive economiche. Il periodo tra gennaio e Pasqua sarà il peggiore per l’occupazione dal 1991. Nei diciotto mesi dall’inizio della recessione (metà 2008) alla fine del 2009 ci sarà una perdita di 750mila posti di lavoro, che annullerà del tutto l’aumento dell’occupazione nei precedenti tre anni». Secondo i dati ufficiali, in ottobre il numero dei disoccupati ha toccato quota 1,86 milioni, il livello più alto dal 1997, portando il tasso di disoccupazione al 6 per cento. Data la gravità della crisi, la British Chambers of Commerce (Bcc) ha chiesto ieri al Governo di congelare il salario minimo ai livelli attuali fino a quando la situazione migliorerà. La "minimum wage" per i lavoratori adulti è aumentata del 3,8% in ottobre a 5,73 sterline all’ora. Secondo la Camera di Commercio un aumento simile nel 2009 costerebbe alle imprese 300 milioni di sterline, costringendo molte di queste a licenziare e quindi «aggraverebbe la disoccupazione». David Frost, direttore generale della Bcc, ha detto che «la maggior parte delle imprese stanno cercando di sopravvivere» e che congelare il salario minimo «è sicuramente il minore dei due mali». Ieri Adams, una catena di negozi di abbigliamento per bambini, è passata in amministrazione controllata, diventando l’ultima di una lunga serie di vittime della crisi dei consumi che solo negli ultimi giorni ha portato al fallimento di nomi storici del retail britannico come Woolworths e Whittard. Sempre ieri due società specializzate del settore hanno previsto che il mercato immobiliare continuerà a rallentare nel 2009 e i prezzi delle case scenderanno di un ulteriore 12 per cento. Queste notizie negative sull’economia britannica e la previsione che la Banca d’Inghilterra si prepari a un altro taglio dei tassi, forse dall’attuale 2 all’1%, hanno fatto precipitare la sterlina a un nuovo record negativo contro l’euro. Ieri la valuta europea è ha toccato una massimo di 97,98 pence in un mercato piuttosto rarefatto. Dall’inizio dell’anno l’euro ha guadagnato il 32% contro la sterlina, mentre nel solo mese di dicembre, quando la recessione è stata confermata, il balzo della moneta unica è stato del 18 per cento. Nicol Degli Innocenti