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 2008  dicembre 31 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Leader dei Popolari Liberali è Carlo Giovanardi
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è George Walker Bush
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Ehud Olmert
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Oggi è l’ultima puntata del 2008.

Sono andato a vedere la puntata di un anno fa. Gli americani e gli inglesi, sui loro grandi giornali, dicevano «che siamo più poveri, più vecchi, che viviamo sempre peggio, che siamo destinati a diventare un Paese tipo Florida, cioè sostanzialmente terra di rifugio per turisti decrepiti che aspettano la morte cercando un po’ di sole». Dopo un anno?
E’ tutto diverso. Allora avevamo meno coscienza della Grande Crisi, che era già scoppiata con i crolli di Borsa dei primi d’agosto e le file davanti alla banca Northern Rock, ma che ancora non percepivamo bene. Discutemmo un anno fa accanitamente del fatto che gli spagnoli, secondo certi sondaggi, ci avevano superato. Adesso siamo davanti non solo agli spagnoli, ma anche agli inglesi, perché adoperiamo l’euro e loro la sterlina, che sta andando a picco: cioè siamo la sesta potenza mondiale dopo Usa, Giappone, Germania, Cina e Francia. E Berlusconi, fatto di routine però in qualche modo significativo, da domani presiede il G8.

La Grande Crisi è l’evento dell’anno?
Sì, e potrebbe capitare che noi ne usciremo meglio degli altri perché le nostre famiglie si sono indebitate meno delle famiglie francesi, inglesi, tedesche e americane. E i debiti pubblici degli Stati che ci hanno sempre fatto la ramanzina presto saranno peggio del nostro. No, il panorama è completamente diverso da un anno fa. Un anno fa è prima del Diluvio.

L’evento dell’anno non è Obama?
No, piuttosto sono le elezioni americane, nel complesso. Una donna di qua e una di là (e che donne!) e un nero che alla fine vince. Fa parte dell’eccezionalità dell’evento l’attesa messianica intorno al vincitore: un suo fattore di debolezza.

La Crisi, Obama. Altri tre eventi in modo da far cinque?
Restiamo sull’epocale? Il crollo del mercato automobilistico. Poiché non credo sia un fattore momentaneo e, anzi, vedo l’automobile e l’economia basata sul petrolio entrate in dirittura d’arrivo, potrei mettere questo fatto addirittura al primo posto. L’economia del Novecento è imperniata sull’automobile e su tutto l’indotto creato dalle fabbriche d’auto. Indotto immenso, se solo ci pensa un po’: le reti autostradali, le reti per la distribuzione al minuto e quelle che attraversano il pianeta, gli oleodotti, l’enormità dei capitali investiti e dei bisogni suscitati, la rivoluzione nelle architetture urbane e nel disegno delle città, tutte pensate negli ultimi cinquant’anni in funzione della cosiddetta macchina, parola che, da termine generico, è diventata antonomasia per indicare quel congegno che ci fa muovere senza l’ausilio di una trazione animale. Tutto ciò sta per finire e anzi finirà insieme al petrolio. Credo poco ai combustibili alternativi, penso invece che saremo costretti, nonostante la politica imbelle da cui siamo circondati a livello planetario, a cambiare modo di vivere. E ho idea che sarà un bene.

Berlusconi?
Beh, siccome qualcosa di italiano va messo nel paniere, la caduta di Prodi, il ritorno sulla scena di Berlusconi, la formazione del suo quarto governo possono certamente essere considerati il quarto fatto dell’anno, purché non si creda che la vittoria elettorale e il consenso di cui è circondato il Cavaliere siano eventi planetari: nel mondo l’Italia e la sua politica contano quasi niente. E il quinto evento, a questo punto, potrebbe essere la scomparsa della sinistra. Mi riferisco naturalmente all’effetto della semplificazione elettorale che ha spazzato via quella selva di inutili microformazioni tardomarxiste. Ma anche alla crisi del Partito democratico, che, dopo aver dato il contributo decisivo alla semplificazione con la decisione di Veltroni di correr da solo, non sa uscire dai soliti luoghi comuni, dalle solite frasi fatte e dalle solite invettive del tutto risapute, non ci sa indicare un modello di organizzazione della società credibile, convincente, realistico, realizzabile. Attribuiamo alla sinistra questa colpa perché è da quella parte che, forse per un vecchio riflesso condizionato, ci aspetteremmo una vera volontà e capacità di innovazione. Sappiamo tutti che il Paese è divorato da bande di grassatori che lo attraversano in lungo e in largo, qualche volta finendo in galera e qualche altra in Parlamento. Il sistema delle famiglie, delle lobbies, dei centri di potere che tengono viva una delle corruzioni più alte del mondo andrebbe combattutto seriamente da qualcuno. Come dicono i politici in campagna elettorale: «Il Paese andrebbe rivoltato come un calzino». Solo che poi arrivano le elezioni, le campagne elettorali finiscono e tutto torna, chiunque abbia vinto, come prima. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 31/12/2008]

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