Elisabetta Rosaspina, Corriere della Sera 31/12/2008, 31 dicembre 2008
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
MADRID - Non sarà facile rifarsi, personalmente, sul «Señor Madoff». Ma alcuni dei maggiori studi legali spagnoli stanno affilando le armi in rappresentanza dei non tanto piccoli, né così indifesi clienti che hanno perduto i loro patrimoni nell’epocale truffa made in Usa. «Chiederemo conto alle banche, ai gestori e ai custodi degli investimenti - annuncia Jordi Ruiz de Villa, socio dello studio catalano Jausas, una delle squadre legali in campo - . Vogliamo verificare la diligenza dei supervisori, l’effettiva vigilanza dei vari operatori, la buona fede dei brokers. Ognuno di loro ha, in varia misura, responsabilità precise. E dovrà dimostrare di avere svolto scrupolosamente i dovuti accertamenti prima di agire per conto degli investitori ». C’è nel mirino anche il Santander, la più solida banca spagnola, coinvolta per oltre 2,3 miliardi di euro? «Non ancora, ma probabilmente lo sarà - temporeggia l’avvocato - , stiamo valutando le cifre e verificando la posizione della società Optimal e della banca privata Banif, che fanno parte del Gruppo Santander, ma anche la situazione alla BBVA. ancora presto per stabilire quale sia l’istituto di credito più colpito in Spagna, al di là delle somme pubblicate dai giornali, e per attribuire responsabilità ». Nel caso del Santander sono ufficiali: 2.330 milioni di proprietà dei clienti, 17 milioni di proprietà della banca. I cui uffici legali stanno, a loro volta, preparando le carte per trascinare in tribunale la banca HSBC, custode delle azioni nelle quali era investito il fondo: «Anche noi siamo vittime - dicono negli uffici del Santander - e bisogna stare attenti a non confondere vittime e colpevoli. Difenderemo gli interessi dei nostri clienti in sede legale». L’avvocato Ruiz de Villa è, per il momento, d’accordo: «Non stiamo parlando di una truffa nella truffa né della banca come una criminale. Ma ci sono tanti aspetti da chiarire. Siamo in possesso di email in cui si comunicava che Madoff stava investendo in buoni del tesoro; e non era vero. Come nel caso della Lehman Brothers, pensiamo che la causa del disastro sia nel rilassamento delle regole di commercializzazione e della rete dei controlli. C’è stata più negligenza, insomma, che malafede". Ma non ingenuità: in un documento, a suo tempo consegnato dal Santander ai suoi clienti, e pubblicato dal quotidiano El Economista, metteva in guardia dal rischio di una possibile frode da parte del broker che, senza mai essere citato formalmente, era Madoff.
Per il Santander la tempesta di fine anno arriva nel momento meno indicato, proprio quando la banca stava per finanziare l’acquisto da parte di Enel delle quote di Entrecanales che avrebbero permesso al gruppo italiano di controllare Endesa: l’onda lunga del caso Madoff rischia di far slittare l’affare. Buona parte della famiglia Botin, del resto, ha risentito del terremoto: il figlio di Emilio, Javier, e il genero Guillermo Morenes sono esposti direttamente o indirettamente, attraverso la M&B Capital Advisers, per oltre 52 milioni. E altri principi del foro studiano azioni di risarcimento.
Enel e Acciona
La banca doveva finanziare l’acquisto Enel della quota Endesa di Acciona Il banchiere
Emilio Botin, alla guida del Santander. Il gruppo spagnolo è sotto pressione per gli investimenti legati al crac Madoff Elisabetta Rosaspina