varie, 31 dicembre 2008
Una diciannovenne. Figlia di un’impiegata del Comune di Roma, un fratello militare, in cura da uno psichiatra da quando aveva 14 anni per via dell’anoressia, ogni anno viveva le feste come un incubo, «troppi pranzi, troppi cibi sempre esposte sulla tavola, le mettevano angoscia»
Una diciannovenne. Figlia di un’impiegata del Comune di Roma, un fratello militare, in cura da uno psichiatra da quando aveva 14 anni per via dell’anoressia, ogni anno viveva le feste come un incubo, «troppi pranzi, troppi cibi sempre esposte sulla tavola, le mettevano angoscia». L’altra mattina la mamma la salutò e andò a lavorare, «sembrava serena, di buonumore». Invece lei, nel pomeriggio, diede fuoco al suo diario segreto, s’arrampicò sulla finestra della sua camera da letto al quarto piano e si lanciò nel vuoto. Volo di venti metri. Verso le 16 di martedì 30 dicembre in un palazzo in via Mosca, quartiere Colombo, periferia sud di Roma.