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 2008  dicembre 31 Mercoledì calendario

MILANO

La frana è arrivata con la finta. Temevamo se ne andasse la Honda, saluta invece la Kawasaki: addio MotoGp, la Verdona non correrà nella stagione 2009, restano a piedi due piloti non da poco come Marco Melandri e l’americano John Hopkins. La Casa giapponese non ha ancora ufficializzato nulla (il sito tace, si dice che parlerà il 5 gennaio), ma ha già fatto tutto. Informato Macio e il suo management lunedì sera, ieri mattina ha recapitato le mail con cui confermava la mossa. Il motivo? Scontato: la crisi, che in Giappone morde più che altrove, se è vero che nelle ultime settimane la Honda ha lasciato la F1 e Suzuki e Subaru il Mondiale rally. Meglio concentrarsi sul «core business», insomma, come aveva già detto la Honda in occasione del suo smarcamento dalla F1.
All’aspetto economico – peraltro marginale per un gruppo industriale che fattura 11,7 miliardi di euro e in cui il reparto moto rappresenta meno del 10 per cento dell’intera produzione – si aggiunge probabilmente anche quello tecnico, da sempre un pianto. La Kawasaki era infatti l’unica delle cinque Case a non aver mai vinto nemmeno una corsa in 6 anni di MotoGp, relegata costantemente a posizioni di retroguardia. Probabile allora che nelle sedi di Kobe e Tokio abbiano fatto quattro conti e risolto che non valesse più la pena restare, anche a costo di buttare a mare i 9 milioni di euro già investiti per la stagione 2009 e la penale da pagare alla organizzatrice spagnola del Motomondiale Dorna, il cui boss, Carmelo Ezpeleta, viene descritto furibondo per la tempistica scelta dai giapponesi, obiettivamente sbagliata, e preoccupatissimo per le sorti della sua creatura.
Ora infatti la MotoGp teme il cosiddetto effetto domino. Tremano soprattutto i team satelliti (quelli che fanno più fatica a sopravvivere con le costosissime moto in leasing e l’ossigeno di sponsor sempre più radi), mentre tanti piloti, dalle spiagge esotiche dove stanno trascorrendo le vacanze, telefonano agitatissimi ai loro manager per capire quale sarà il loro futuro. Al momento l’emorragia pare scongiurata e le altre quattro Case iscritte al Mondiale 2009 (Honda con 6 moto, Ducati con 5, Yamaha con 4 e Suzuki con 2) si dicono in grado di onorare gli impegni presi, pur con forti riduzioni di costi. E non è nemmeno detto che il Mondiale partirà necessariamente senza Melandri e Hopkins. Il primo è pur sempre un pilota dotato ancora di discreto appeal, nonostante l’ultima, pessima stagione. Il secondo, invece, l’appeal ce l’ha nel portafoglio, essendo in grado di portare in dote uno sponsor personale di un milione di dollari che potrebbe anche far cambiare idee e progetti a qualche team bisognoso di soldi. Cioè a tutti.
Insieme a questa ipotesi, dentro un ambiente sempre più fuori controllo, ne girano altre. Per esempio, una terza Suzuki per Hopkins. Oppure misteriosi team manager capaci di rilevare l’intero pacchetto Kawasaki 2009 già pronto. L’unica cosa sicura, però, è che il disimpegno della Verdona fa scendere il numero di partecipanti a 17, una unità meno del numero minimo previsto dal regolamento per consentire il via a una corsa. Non è il maggiore dei problemi, perché con una deroga o una moto qualsiasi, magari uno scooter raccattato nel paddock e affidato a un passante, si potrà comunque arrivare al quorum. però, senz’altro, una caduta di immagine inaccettabile per una struttura che sognava di diventare come la Formula 1 vera e che ora si trova messa peggio della concorrente Superbike. Ed è sicuramente un allarme che dovrà spingere presto le Case e la Dorna a sedersi a un tavolo e studiare soluzioni rapide ed efficaci per salvare e rilanciare la MotoGp. Anche al prezzo di fonderla, come ormai si chiede da più parti, con la Superbike. Nei momenti di crisi, anche l’impensabile può tornare utile.
Alessandro Pasini