Corriere della Sera 30/12/2008, 30 dicembre 2008
Ha dato le dimissioni Abdullahi Yusuf, presidente del fallimentare governo somalo scaricato dall’Onu: «Gran parte del Paese non è nelle nostre mani» ha detto Yusuf al Parlamento riunito a Baidoa, una delle poche città sotto controllo governativo
Ha dato le dimissioni Abdullahi Yusuf, presidente del fallimentare governo somalo scaricato dall’Onu: «Gran parte del Paese non è nelle nostre mani» ha detto Yusuf al Parlamento riunito a Baidoa, una delle poche città sotto controllo governativo. «La Somalia è paralizzata e non c’è modo di unificarla» ha detto Yusuf spiegando che dopo quattro anni «ho deciso di abbandonare l’incarico». Il capo del Parlamento prenderà il suo posto in attesa che l’Assemblea nomini un sostituto entro 30 giorni. L’Onu, che vedeva in Yusuf un ostacolo alla pace fra i clan, parla di «un nuovo inizio», ma la situazione è delicata anche per gli standard somali (dal 1991 il Paese ha visto fallire ogni tentativo di normalità). Il vuoto di potere è doppio: questa settimana lasciano il campo le truppe dell’Etiopia che hanno condotto la guerra contro le milizie islamiche moderate che avevano preso il potere a Mogadiscio. Negli ultimi mesi un gruppo più intransigente – al-Shabab’ ha conquistato quasi tutto il territorio. In un comunicato i capi di al-Shabab (molti nella lista nera dell’anti-terrorismo Usa) sostengono che è troppo presto per dire se l’addio del «vergognoso» Yusuf sia un passo avanti. E’ opinione diffusa in Somalia che il nuovo governo dovrebbe contenere anche elementi legati alle milizie islamiche. Via Abdullahi Yusuf al suo ritorno nella regione natale del Puntland, nel nord della Somalia