Annuario Panorama 2008, 30 dicembre 2008
Gianni Alemanno è diventato sindaco di Roma il 28 aprile 2008 con il 53,6% dei voti, battendo al ballottaggio il candidato democratico Francesco Rutelli
Gianni Alemanno è diventato sindaco di Roma il 28 aprile 2008 con il 53,6% dei voti, battendo al ballottaggio il candidato democratico Francesco Rutelli. Già sconfitto nel 2005 da Walter Veltroni, l’ex ministro di Alleanza Nazionale ha tentennato a lungo prima di accettare di candidarsi nuovamente: secondo il pronostico generale, infatti, sembrava destinato a una nuova sconfitta. Invece la sera del 14 aprile, al primo turno, Rutelli venne bloccato al 45,5% dei consensi mentre Alemanno col 40% capì di poter crescere grazie anche ai voti della Destra e dell’Udc, che al primo turno avevano corso da soli. Quindici giorni dopo, la vittoria netta, favorita dallo spostamento di 55 mila elettori che al primo turno aveva votato Rutelli. Alemanno è il primo ex missino a salire sul Campidoglio: al Quadraro, quartiere periferico storicamente antifascista, ha conquistato 19 seggi su 20. Tra le decisioni più importanti prese nel 2008 il blocco dei lavori del parcheggio sotterraneo progettato all’epoca di Veltroni dentro il colle del Pincio; l’allontanamento delle prostitute dalle strade grazie all’introduzione di una forte vigilanza e a una multa fino a 500 euro per i clienti. Inizialmente aveva anche parlato di voler spostare la teca dell’architetto Richard Meier (voluta da Rutelli) che ricopre l’Ara Pacis; di voler puntare ad una Festa del cinema «con meno star americane e più spazio ai film italiani»; di voler contenere il Gay pride. Istinti demolitori poi in parte corretti: il Gay pride ha sfilato come sempre per le vie del centro, i divi del cinema sono stati riammessi sul tappeto rosso e la teca dell’Ara Pacis deve essere ancora finita di pagare. A inizio giugno la scoperta di un debito tra gli 8 e i 10 miliardi di euro che l’amministrazione precedente aveva lasciato nelle casse comunali e l’intervento del Governo con un contributo di 500 milioni per evitare il dissesto finanziario. Molta attenzione alla sicurezza, uno dei temi vincenti della campagna elettorale: ha armato i vigili urbani, iniziato il censimento delle comunità rom, stanziato 24 milioni di euro per ”Roma sicura”. Ha voluto una commissione bipartisan «per promuovere lo sviluppo della capitale» e sulla falsariga di quella di Sarkozy in Francia (guidata dal socialista Jacques Attali) ha chiamato alla presidenza Giuliano Amato. Ma un suo giudizio sul fascismo e le leggi razziali (le leggi razziali furono «il male assoluto», il fascismo invece un «problema complesso») innescò una polemica con la sinistra sull’autenticità della conversione democratica degli ex missini. Amato, pressato dai suoi stessi compagni, preferì fare marcia indietro.