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 2008  dicembre 30 Martedì calendario

A molti il 2008 sembrerà più lungo per via dei guai economici. Ma la sua durata sarà davvero un record: ai 366 giorni dell’anno bisestile, a mezzanotte del 31 dicembre si aggiungerà un secondo per mettere d’accordo la rotazione della Terra con gli orologi atomici

A molti il 2008 sembrerà più lungo per via dei guai economici. Ma la sua durata sarà davvero un record: ai 366 giorni dell’anno bisestile, a mezzanotte del 31 dicembre si aggiungerà un secondo per mettere d’accordo la rotazione della Terra con gli orologi atomici. Un secondo in più per maledire la crisi e attendere il 2009. L’ha stabilito l’Ufficio internazionale dei pesi e misure di Parigi d’accordo con il Naval Observatory di Washington. Per l’Italia provvederà alla correzione l’Istituto nazionale di ricerca metrologica di Torino. Fino a mezzo secolo fa il campione di tempo era la rotazione della Terra e il secondo era definito come 1/86.400 del giorno solare medio. Si sapeva già che la Terra rallenta come una trottola che perde giri, ma il tempo astronomico rimaneva, alla lunga, il più pratico e affidabile. Poi, nel 1955, sono arrivati gli orologi atomici. Dopo un breve periodo durante il quale gli astronomi riuscirono a imporre una nuova definizione del secondo legata non al giorno ma all’anno, il tempo atomico si è affermato come il più affidabile. Così a partire dal 1967 il secondo è ufficialmente la durata di 9 miliardi 192 milioni 631 mila 770 periodi della radiazione emessa dall’atomo di cesio 133. Un orologio al cesio è così preciso che nei 65 milioni di anni trascorsi dalla scomparsa dei dinosauri ad oggi accumulerebbe un errore inferiore a mezzo minuto. La rotazione della Terra invece è alquanto irregolare. In certi periodi accelera un po’, ma la tendenza generale è a rallentare, una frenata dovuta all’attrito delle maree causate dall’attrazione della Luna e del Sole. Il rallentamento è piccolo: 1,4 millesimi di secondo al secondo, ma sommandosi giorno su giorno raggiunge in media un secondo ogni 15-18 mesi. Di qui la necessità di aggiungere periodicamente un secondo all’ora segnata dalla rotazione della Terra per evitare che tempo astronomico e tempo atomico divergano. L’ultimo secondo in più è stato inserito il 31 dicembre 2006. Da quando il tempo è scandito dagli orologi atomici i secondi aggiunti sono stati 33 e diventeranno 34 con quello del prossimo 31 dicembre. C’è chi vorrebbe recidere il legame tra la rotazione della Terra e il tempo segnato dagli orologi atomici. Tra questi è Dennis McCarthy, direttore del Servizio Tempo della Marina americana. Il periodico inserimento del secondo, dice McCarthy, crea un sacco di problemi, costi aggiuntivi e anche rischi per gli aerei che volano con sistemi di navigazione satellitari. Il sistema GPS, infatti, ha una sua scala di tempo, avendo aggiunto i secondi intercalari solo dal 1980. La questione si riflette inoltre sui computer, le reti di telecomunicazione e le centinaia di apparecchiature agganciate al tempo dato dagli orologi atomici. La decisione spetterebbe all’Unione Internazionale delle Comunicazioni, che ha sede a Ginevra, e al Bureau International des Poids et Mésures di Parigi. I fisici tifano per McCarthy. Gli astronomi si oppongono. Entrambi con buone ragioni. I fisici hanno dalla loro la precisione degli orologi atomici. Gli astronomi ribattono che però, se vogliono puntare una stella con il telescopio, è la rotazione della Terra a comandare, precisa o capricciosa che sia. Gli uni e gli altri sono in conflitto d’interessi: i fisici perché difendono il «tempo atomico» segnato dai loro orologi; gli astronomi perché, stando dalla parte della rotazione terrestre, cercano di salvare una personale comodità e anche una residua sovranità sulla misura del tempo. A loro favore c’è un buon argomento. Con il passare di milioni e milioni di anni, tempo atomico e tempo astronomico divergerebbero tanto da arrivare al paradosso che per un orologio atomico sarebbe già notte mentre in cielo splende ancora il Sole. Insomma, la scelta è tra precisione e buon senso. Ma è poi così importante una misura del tempo che spacchi il secondo? Sigfrido Leschiutta, già presidente dell’Istituto elettrotecnico nazionale «Galileo Ferraris», ci ricorda un curioso esperimento. Il 17 luglio del 1965 nella cittadina americana di North Conway tutti gli orologi furono requisiti, quelli pubblici fermati, zittite radio e tv. Il primo giorno non ci furono problemi gravi, ma già al secondo iniziarono le difficoltà, la gente diventò nervosa e il drugstore esaurì la scorta di tranquillanti. Il terzo giorno l’esperimento fu sospeso. Leschiutta racconta questo episodio in un delizioso libretto appena pubblicato. Il titolo è «L’arte della misura del tempo presso le cortigiane». Già, perché «il tempo è denaro», e pare che la prima categoria a mettere in pratica il proverbio con clessidre di precisione sia stata quella delle professioniste del sesso. Subito seguite dagli avvocati. Stampa Articolo