Annuario Panorama 2008, 30 dicembre 2008
Lodo Alfano. Dopo un iter parlamentare della massima velocità (un paio di settimane tra commissioni e aula), il 22 luglio il Senato dà il via libera definitivo al cosiddetto lodo Alfano, dal nome del ministro della Giustizia Angelino Alfano
Lodo Alfano. Dopo un iter parlamentare della massima velocità (un paio di settimane tra commissioni e aula), il 22 luglio il Senato dà il via libera definitivo al cosiddetto lodo Alfano, dal nome del ministro della Giustizia Angelino Alfano. la legge che impedisce alla magistratura di procedere - a qualunque titolo - contro le prime quattro cariche dello Stato: presidente della Repubblica (Napolitano), presidenti di Senato e Camera (Schifani e Fini), capo del governo (Berlusconi). Vale per tutta la durata del mandato e per una sola legislatura (non è cioè ripetibile), anche per fatti antecedenti l’assunzione della carica. In Senato hanno votato a favore tutti i gruppi di maggioranza, contrarie le opposizioni, mentre l’Udc ha scelto l’astensione (a Palazzo Madama equivalente al voto contrario). Il capo dello Stato è stato poi attaccato da Antonio Di Pietro per aver firmato «una legge immorale». Il segretario del Pd Walter Veltroni ha detto invece che la firma era un atto dovuto e il presidente non avrebbe potuto far nulla. Di Pietro ha cominciato la raccolta delle firme per un referendum abrogativo. Veltroni ha detto di non esser d’accordo.