Leonardo Martine, Il Sole-24 Ore30/12/2008, pagina 6, 30 dicembre 2008
La Francia ha finora evitato (per un soffio) la recessione. Ma le condizioni delle finanze pubbliche si degradano sempre più
La Francia ha finora evitato (per un soffio) la recessione. Ma le condizioni delle finanze pubbliche si degradano sempre più. Come indicato ieri dall’Insee, l’ufficio nazionale statistico, il debito pubblico ha raggiunto alla fine del terzo trimestre del 2008 quota 1.284,8 miliardi di euro, il 66,1% del Pil, il Prodotto interno lordo. Siamo al di là della soglia del 60% tollerata dai parametri di Maastricht, ma questo, ormai, con la crisi attuale e le misure di sostegno all’economia varate dai Governi di tutta Europa, non spaventa più nessuno. A Parigi, però, preoccupa la velocità con la quale stanno lievitando debito e deficit pubblici. Il primo alla fine del 2007 si attestava ancora al 63,5% del Pil, mentre adesso, dopo la crescita di 0,4 punti percentuali nel terzo trimestre rispetto al secondo, le prospettive per la fine di quest’anno sono già del 66,7 per cento. Quanto al deficit, il Governo mantiene per il 2008 l’obiettivo del 2,9%, al quale però non crede più nessuno: si dovrebbe andare oltre il 3 per cento. Per il 2009 le previsioni sono di balzare al 3,9% per il deficit e al 69,1% per il debito, ma in questo caso la maggior parte degli economisti dà per scontato lo sforamento della soglia del 70 per cento. Nicolas Sarkozy, già in precedenza poco rigido nel gestire le finanze pubbliche, con la crisi ha perso ancora di più in prudenza. All’inizio di dicembre ha lanciato un piano di rilancio dell’economia per un totale di 26 miliardi di euro. E apparentemente non è ancora finita. Il presidente promette entro fine gennaio nuove misure di aiuto all’industria dell’auto e altre ancora, più tardi, per nuovi settori, se sarà necessario. Nel frattempo, a causa del rallentamento dell’economia, le entrate fiscali si riducono. Eric Woerth, ministro del Bilancio, si è detto negli ultimi giorni «poco ottimista» dopo che è passata la scadenza del 15 dicembre per il pagamento degli anticipi delle tasse societarie del 2009. Questi sono calati fortemente, anche se il ministro non ha fornito alcuna cifra. A livello macroeconomico, le cose in Francia vanno meno peggio che altrove. Proprio ieri l’Insee ha confermato i dati forniti a metà novembre sull’andamento del Pil, che nel terzo trimestre è cresciuto dello 0,1%, impedendo al Paese, dopo il meno 0,3% del secondo trimestre, di cadere in recessione. Questa, comunque, non dovrebbe tardare. Secondo le previsioni dell’Insee e della Banca di Francia, il Prodotto interno lordo dovrebbe calare dello 0,8% negli ultimi tre mesi dell’anno e dello 0,4% nel primo trimestre del 2009. In seguito, grazie anche al piano di rilancio di Sarkozy, la situazione dovrebbe migliorare. Alexander Law, economista della società Xerfi, non ne è convinto. «Si possono dare tutti gli aiuti che si vogliono alle imprese – sottolinea - ma finché la congiuntura non migliorerà e non si vedrà più chiaro sul medio-lungo termine, le aziende non investiranno. Il Governo, invece, deve interessarsi di più ai consumi delle famiglie. E varare riduzioni settoriali dell’Iva. O nuovi contributi alle persone con i redditi più modesti». Leonardo Martinelli