Annuario Panorama 2008, 30 dicembre 2008
Le minacce. Nell’ottobre 2008 Carmine Schiavone, il primo grande pentito casalese e cugino del boss Francesco Schiavone, fa sapere che i Casalesi vogliono uccidere Roberto Saviano, sotto scorta da due anni e nel mirino dei clan per il suo bestseller Gomorra, prima di Natale
Le minacce. Nell’ottobre 2008 Carmine Schiavone, il primo grande pentito casalese e cugino del boss Francesco Schiavone, fa sapere che i Casalesi vogliono uccidere Roberto Saviano, sotto scorta da due anni e nel mirino dei clan per il suo bestseller Gomorra, prima di Natale. Lo scrittore dice di voler lasciare l’Italia: «Non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. Voglio una vita, ecco. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina... Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni!». L’annuncio di Saviano provoca un’ondata di solidarietà e una lettera-appello firmata da premi Nobel (tra cui Dario Fo, Günter Grass, Orhan Pamuk, Mikhail Gorbaciov, Desmond Tutu e Rita Levi Montalcini) in cui si chiede allo Stato di intervenire.