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 2008  dicembre 30 Martedì calendario

il Giornale, martedì 30 dicembre 2008 Hanno un nome un po’ così, da Viaggi di Gulliver. Dopo i lillipuziani e prima degli houyhnhnms potrebbero starci loro: i wikipediani

il Giornale, martedì 30 dicembre 2008 Hanno un nome un po’ così, da Viaggi di Gulliver. Dopo i lillipuziani e prima degli houyhnhnms potrebbero starci loro: i wikipediani. E in effetti sono creature misteriose. Tutti, infatti, sappiamo cos’è Wikipedia: l’enciclopedia on-line più grande e visitata del mondo (275 milioni di accessi al mese), una delle poche open source (cioè scritta da volontari e con voci aperte e correggibili). Insomma l’ultima declinazione dell’utopia di un sapere universale e condiviso. Le precedenti furono la biblioteca di Alessandria, le summae medievali, l’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert. I wikipediani, invece, coloro che Wikipedia la fabbricano, che compilano pagine e pagine fitte di dati, che le ricontrollano, restano sempre in ombra. Non hanno firme in calce o gloria apparente. Men che meno riconoscimenti accademici e, per dirla in maniera pop, sono cornuti e mazziati. Lavorano gratis. Un po’ come quegli sconosciuti maestri dello scalpello e della cazzuola che erigevano cattedrali a gloria di Dio. Non bastasse, sono anche quelli con cui ce la prendiamo più facilmente. Soprattutto noi giornalisti: date e nomi non sempre sono esatti, abbiamo taroccato la voce e prima che qualcuno la correggesse è passata una settimana, nelle voci mediche entrano le aziende e le modificano... Tutto vero ma, alla fin fine, tutti i criticoni le usano eccome quelle 525.119 voci della sola edizione italiana (che quando leggerete quest’articolo saranno già aumentate), magari senza chiedersi quanto sforzo comporti metterle in Rete. Senza mai elogiare casi esemplari di completezza o di rapidità. Giusto per fare un esempio: nel caso della morte di Rigoni Stern, o di quella recentissima di Samuel Huntington, le voci sono state aggiornate quasi in tempo reale. Ecco allora qualche informazione sui wikipediani italiani e sul come e il perché del loro (forse velleitario) sforzo a favore del Sapere. Partiamo dal nome. All’inizio avrebbe dovuto essere i wikipedisti, facendo rima con enciclopedisti, ma il finale in -pediani è piaciuto di più, faceva comunità, popolo «eletto». Quanto all’attitudine che dovrebbe contraddistinguerli, è racchiusa in una «preghierina» prontamente inserita nella voce «wikipediani» che hanno ovviamente, e maniacalmente, composto su se stessi: «Che io possa.../ avere la serenità per accettare le pagine che so di non poter scrivere/ avere la forza di scrivere quelle che so di poter scrivere/ avere la capacità di saper distinguere tra le due». A questo credo e ai criteri di «enciclopedicità» e di etichetta «enciclopedica», chiamati in gergo wikiquette, dovrebbero attenersi i 336.417 volenterosi registrati su Wikipedia Italia: utenti, amministratori, burocrati e check user. I primi compilano voci e aprono le pagine di discussione in caso di dubbi o informazioni contestate; i secondi, che vengono eletti dagli utenti registrati, svolgono una funzione di controllo sull’andamento delle discussioni, possono bloccare o sbloccare la modifica delle pagine. Possono anche «stoppare» i contributi provenienti da computer dai quali sono in passato partite azioni vandaliche. Insomma sono un po’ i wiki-sceriffi che rispondono del loro operato ai cittadini che li hanno eletti. I burocrati, invece, attivano e disattivano il grado di amministratore a seconda delle votazioni, mentre i check user controllano che nessuno usi identità fantasma per votare più volte o per vandalizzare le pagine. Matteo Sacchi