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 2008  dicembre 30 Martedì calendario

«Ho sognato che il Parlamento aveva approvato la legge sull’eutanasia. Poi ho aperto gli occhi e ho maledetto il mio cuore che non perde un colpo, il mio cervello che mi bombarda di ricordi, desideri, speranze»

«Ho sognato che il Parlamento aveva approvato la legge sull’eutanasia. Poi ho aperto gli occhi e ho maledetto il mio cuore che non perde un colpo, il mio cervello che mi bombarda di ricordi, desideri, speranze». Così scriveva Piergiorgio Welby nel 2002. La sua vicenda è stata uno spartiacque nella società italiana, ponendo il problema della richiesta di sospensione delle terapie di sostegno vitale. Mario Riccio, il medico che si assunse la responsabilità di aiutare Welby a morire, staccando il respiratore il 20 dicembre 2006, racconta il perché della sua scelta in Storia di una morte opportuna, libro scritto insieme alla giornalista Gianna Milano e uscito nel 2008. Alla cronaca di quei mesi si accompagna il dibattito politico e bioetico scatenato dal caso. A distanza di due anni da quella morte, appare evidente la necessità di una legge che regoli il testamento bilogico, cioè la possibilità di scegliere a quali cure essere sottoposti in caso di incoscienza. Un ddl che porta la firma di Rocco Buttiglione viene presentato nel dicembre 2008 a Montecitorio e si pone come punto di equilibrio tra il principio costituzionale dell’autodeterminazione e quello della difesa della vita. In particolare riguardo all’alimentazione e all’idratazione forzati, il testo prevede che si possa rifiutare l’intervento chirurgico con cui viene inserita la cannula che fornisce cibo e acqua. Però una volta impiantata, non può essere interrotto il sostegno vitale. Il ddl non prevede la richiesta di eutanasia e vieta «ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio». Il documento ha avuto l’approvazione anche del Vaticano.