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 2008  dicembre 30 Martedì calendario

Martedì 8 luglio è il ”No Cav Day”. Organizzato dalla rivista Micromega e dall’Italia dei Valori, gli anti-berlusconiani riempiono piazza Navona, a Roma

Martedì 8 luglio è il ”No Cav Day”. Organizzato dalla rivista Micromega e dall’Italia dei Valori, gli anti-berlusconiani riempiono piazza Navona, a Roma. Sul palco si alternano goliardia e indignazione, nei giorni in cui la maggioranza accelera il processo di approvazione del lodo Alfano, lo scudo anti-processi per le quattro più alte cariche dello Stato. Se la politica di Berlusconi è al centro delle bordate iniziali, sono altri gli obiettivi e gli attacchi sui quali esplode la polemica. Beppe Grillo, in collegamento audio, accusa il presidente Napolitano: « Morfeo, fa parte della banda dei quattro, ve lo immaginate Pertini che firma delle leggi così?». E ancora: «Mentre la gente era in piazza a Chiaiano, lui era a Capri, a sentir musica con due inquisiti, Bassolino e la moglie di Mastella». però Sabina Guzzanti a piazzare, nel nome della satira, il carico da novanta. Nel suo discorso, impostato sulle presunte abitudini erotiche di Berlusconi, prima coinvolge il ministro Mara Carfagna e poi si scaglia contro Benedetto XVI: «Tra vent’anni il Papa sarà all’inferno tormentato da due diavoli frocioni attivissimi e non passivissimi!». Mentre la piazza ribolle d’entusiasmo, gli organizzatori rimangono senza parole. Nessuno s’aspettava che si sarebbe arrivati fino a quel punto: «disastro», dice Nanni Moretti, «esito circense» (Umberto Eco), «volgarità e sconcezze» (Furio Colombo). Risponde la Guzzanti: «Noi continueremo a dire quel cazzo che ci pare, criticando chi vogliamo e come vogliamo. Io sono una intellettuale libera, so quello che dico, mi preparo. Volgare è il salotto di Vespa, sono le donne nude a Mediaset, è Mara Carfagna che diventa ministro con l’unico merito di aver fatto sesso orale al premier». In settembre la coda giudiziaria della manifestazione: la procura di Roma vuole l’autorizzazione a procedere nei confronti della Guzzanti, per le parole sul pontefice. Nel caso di offese al Papa sul territorio italiano è il ministro della Giustizia che deve decidere: Angelino Alfano non dà il via libera, «perché la capacità di perdono del Papa prevale sulle offese». Proseguono però la causa civile e insieme il duello a distanza tra Guzzanti e Carfagna. La Carfagna s’è detta anche disponibile a ritirare la querela, «se mi scrivesse due righe di scusa». Niente da fare, Sabina risponde facendosi beffe del milione di risarcimento richiesto: «Bella donna, ma che tariffe!». Quella cifra andrà in beneficenza, alle donne vittime di violenza, è l’ultima parola del ministro.