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 2009  agosto 05 Mercoledì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Il Fatto del Giorno e il problema che c’è sempre meno petrolio

La notizia di oggi sarebbe che la benzina verde sta di nuovo au­mentando, l’Agip ha deciso di farla pagare 1,34 al litro (+3 centesimi) e di vendere il gasolio a 1,162 (+2,5 centesimi). L’Unio­ne petrolifera, in un comunica­to, ha esaltato la correttezza dei petrolieri; le associazioni dei consumatori, in comunicati di segno diametralmente opposto, vogliono invece portarli se non in tribunale almeno davanti al ministro competente perché spie­ghino come mai, quando il petro­lio va giù, il prezzo della benzi­na ci mette una vita ad adeguar­si e quando invece va su scatta come un centometrista. Le agen­zie ieri hanno diffuso tabelle con i prezzi consigliati, da cui, relati­vamente alla verde, la meno ca­ra risulta la Erg (1,309) e la più cara proprio l’Agip (1,341). In mezzo: Esso, Q8 e Total a 1,319; Tamoil a 1,322; Shell a 1,329.

Perché la notizia di oggi «sareb­be» questa? Non «è» questa?
Sono aggiustamenti scontati. Sappiamo tutti che il prezzo del petrolio tenderà a stabiliz­zarsi, per quanto possibile, tra i 60 e gli 80 dollari al barile. Sap­piamo anche che i contratti fu­tures quotano un prezzo supe­riore a quello odierno. Questo provoca quello che in gergo si chiama effetto «contango»: si tende a non vendere finché i pe­trolieri non potranno guada­gnare abbastanza. Al largo di Rotterdam galleggiano petro­liere che hanno l’ordine di non attraccare: bisogna che prima il prezzo del greggio salga. Hanno in pancia abbastanza petrolio per rifornire tutti e 27 i Paesi della Ue. Ma per ora se lo tengono stretto. La notizia rela­tiva alla benzina verde nostra­na è un effetto di queste mosse sui mercati globali, malamente taciute dall’Unione dei petrolie­ri. Nonostante tutto, penso pe­rò – lei ha ragione – che la notizia di oggi non sia questa. Sono molto più colpito dall’in­tervista rilasciata al quotidiano inglese Independent da Fatih Bi­rol: annuncia la fine del petro­lio entro dieci anni.

Non è mica il primo a tirare fuo­ri questa storia. Ormai, da mol­to tempo, la senti dire da que­sto o da quello e subito dopo smentire.
Sì, però Fatih Birol è il diretto­re economico della Internatio­nal Agency di Parigi, in sigla Iea, tempio della politica ener­getica occidentale. Francesca Paci, che è andata a chiedere lumi a Jeremy Jagget, ex consu­lente petrolifero e fondatore della Solarcentury , multinazio­nale dell’energia solare, s’è sen­tita rispondere: «I governi fa­rebbero bene ad ascoltare l’Iea: è come se la Banca Mon­diale avesse annunciato la crisi finanziaria».

Che cosa dice esattamente Bi­rol?
C’è la faccenda del picco di Hubbert: se tutto il petrolio di­sponibile è uguale a 100, entre­remo in crisi quando ne avre­mo consumato 50, cioè la me­tà. Cinquanta è il «picco di Hub­bert ». Hubbert era un geologo che predisse con esattezza il picco petrolifero americano. Lo collocò nel 1970 e dal 1971 gli Stati Uniti estraggono dai lo­ro giacimenti una quantità di greggio ogni anno inferiore a quella dell’anno precedente. Bi­rol ha detto adesso all’ Indepen­dent che molti degli 800 siti da cui estraiamo petrolio hanno superato il loro massimo e che oggi per ogni barile raffinato se ne consumano quattro. Il pote­re dei Paesi produttori di petro­lio nell’immediato, e cioè a par­tire più o meno dal prossimo anno, aumenterà enormemen­te.

Non potrebbe esserci da qual­che parte del petrolio che non è ancora stato trovato?
Potrebbero esserci giacimenti non sfruttati. Jerry Taylor, membro dell’Associazione in­ternazionale dell’economia per l’energia, dice che il 35% del petrolio sta in giacimenti conosciuti e operativi e il 65% in riserve non sfruttate. «Se le innovazioni tecnologiche com­binate con la convenienza eco­nomica portassero dal 35% al 40% la percentuale di greggio lavorabile sarebbe come ag­giungere due Arabie Saudite al lotto dei produttori», ha detto ieri alla Stampa . E ha aggiunto due cose: che le variazioni di prezzo agiranno comunque da regolatore sulle quantità di pe­trolio che ci sarà concesso con­sumare. E che c’è il gas natura­le, a cui si fa ricorso con sem­pre maggior frequenza.

Già, il gas. Non ci sono già ades­so automobili che vanno a gas?
Se è per questo ci sono anche treni che esplodono passando dalle parti di Viareggio. Il gas va compresso in bombole e può essere adoperato per le au­tomobili: le bombole in questo caso sono abbastanza piccole. Ma che dire delle bombole che dovrebbero muovere le navi o far volare gli aerei? Che dimen­sioni dovrebbero avere? No, amico mio, purtroppo il gas non è la soluzione totale del problema. E poi anche il gas, che è solo petrolio in una fase successiva, è destinato prima o poi a esaurirsi. [Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 5/8/2009] (leggi)

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