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 2009  agosto 05 Mercoledì calendario

La borsa premia il rigore di Profumo - Unicredit chiude il semestre con un utile superiore alle attese dopo rettifiche per 4 mld - Il risultato netto cala a 937 mln ma il mercato sostiene il titolo di Piazza Cordusio che guadagna il 3,25%

La borsa premia il rigore di Profumo - Unicredit chiude il semestre con un utile superiore alle attese dopo rettifiche per 4 mld - Il risultato netto cala a 937 mln ma il mercato sostiene il titolo di Piazza Cordusio che guadagna il 3,25%. Continua la ripresa dell’investment banking. Sul dividendo decisione a fine anno - Oltre 4 miliardi di rettifiche nette sui crediti nel primo semestre, di cui quasi 2,5 miliardi solo nel secondo trimestre. Si spiega principalmente con questo dato il calo dell’utile di Unicredit, passato dai 2,9 miliardi dei primi sei mesi del 2008 ai 937 milioni del primo semestre di quest’anno. Una flessione che tuttavia non ha impressionato negativamente Piazza Affari. Di fronte a un risultato netto che si è rivelato comunque superiore alle attese degli analisti ma soprattutto davanti a una politica di bilancio improntata a un ferreo rigore in fatto di copertura dei crediti a rischio, il mercato ha premiato il titolo Unicredit. In una seduta sostanzialmente incolore per Piazza Affari il titolo di Piazza Cordusio ha messo a segno un rialzo del 3,25%, chiudendo a 2,22 euro, un livello che non raggiungeva dalla fine dello scorso ottobre. Segno che, al di là dell’ultima riga di bilancio, il mercato ha apprezzato la volontà della banca milanese di coprire ampiamente le posizioni creditizie più a rischio. Con la divisione Markets & Investment banking (Mib), che era stata quella più colpita dalla crisi delle borse seguita al fallimento di Lehman Borthers, che è tornata a macinare utili come in passato (548 milioni l’utile lordo dell’operatività corrente nel semestre), l’attenzione di Profumo e del management team di Piazza Cordusio si è concentrata prevalentemente all’impatto della recessione sulla qualità del credito. Anche alla luce del fatto che a fine giugno, a fronte di un totale attivo di 982 miliardi, i crediti deteriorati lordi si sono attestati a 49,6 miliardi, in aumento rispetto ai 44,8 miliardi di fine marzo, mentre le sofferenze lorde sono cresciute trimestre su trimestre del 7,6% a 30,9 miliardi. Di qui la decisione di focalizzarsi di più sulla copertura delle posizioni a rischio, anche perché il lavoro fatto sia sul fronte dei ricavi sia su quello dei costi consentono a Unicredit di avere le spalle larghe, come sottolineato dallo stesso Profumo nel corso della presentazione dei risultati. «I profitti operativi ci consentono di assorbire i maggiori accantonamenti», ha spiegato il ceo di Piazza Cordusio, aggiungendo però che nella seconda metà dell’anno «il tasso di deterioramento dovrebbe rallentare». In effetti nel primo semestre dell’anno il risultato di gestione (dato dalla differenza tra i ricavi e i costi operativi) di Unicredit è cresciuto del 16,8% (+24,6% a cambi e perimetro costanti) attestandosi a 6,63 miliardi. Un risultato reso possibile dall’incremento del margine di intermediazione (+2% a 14,32 miliardi) e dallo stretto controllo delle spese. I costi operativi si sono attestati a 7,69 miliardi, in decisa flessione rispetto agli 8,36 miliardi del primo semestre 2008, grazie anche grazie alla riduzione del personale (i dipendenti sono diminuiti di circa 6.500 unità). Il rapporto tra costi e ricavi (cost/income) è così sceso a quota 53,7% rispetto al 59,5% del primo semestre 2008. Per quanto riguarda gli indicatori patrimoniali, a fine giugno il Core Tier 1 ratio è salito al 6,85% dal 6,69% di fine marzo, mentre il Tier 1 si è attestato al 7,66%. Nel corso della presentazione dei risultati agli analisti, Profumo ha ribadito che sono in corso colloqui con il governo per la sottoscrizione dei Tremonti bond ma che la decisione terrà conto del migliore interesse degli azionisti. All’analista che chiedeva se, sulla base del miglioramento dei coefficienti patrimoniali potesse non essere più necessario il ricorso agli strumenti governativi, Profumo si è limitato a rispondere che c’è una valutazione in corso e che una decisione, nell’interesse degli azionisti, verrà presa a settembre. Sul possibile ritorno alla distribuzione di un dividendo in contanti dopo la pausa di quest’anno (la cedola 2008 è stata distribuita in azioni), Profumo ha preferito prendere tempo. «Vedremo a fine anno», ha detto il banchiere sottolineando come la base patrimoniale sarà un elemento importante per la decisione. Per quanto riguarda infine le attività della banca milanese nell’Europa centro-orientale, che alla vigilia dei conti destavano qualche preoccupazione tra gli analisti a causa del deterioramento del quadro macro-economico nella regione, il ceo di Unicredit ha ribadito l’impegno del gruppo di Piazza Cordusio a mantenere la propria presenza nell’area. «L’Europa centro-orientale», ha detto Profumo rispondendo alla domanda di un analista, «continuerà ad essere il motore della nostra crescita».