Leonardo Maisano, Il Sole-24 Ore 5/8/2009;, 5 agosto 2009
SI AGGRAVA LA CRISI PER NORTHERN ROCK
Alle luci di Barclays e Hsbc seguono le ombre di Northern Rock . L’altra faccia del sistema bancario inglese, quella statale, è rosso acceso, molto oltre le aspettative. Le perdite hano raggiunto quota 724 milioni di sterline nel primo semestre ovvero il 24% in più dello stesso periodo dello scorso anno quando Northern Rock era sprofondata nella crisi del credito. Le sofferenze connesse alla concessione di mutui sono triplicate rispetto al primo semestre del 2008 sfondando quota 600 milioni di sterline. Cento in meno del secondo semestre del 2008, che fu però il peggiore in assoluto.
Ma notizie cattive arrivano anche da altri due indicatori: il 4% circa della clientela è in ritardo di più di tre mesi nel pagamento del mutuo, un punto e mezzo in più della media nazionale. In un contesto del genere, poi, la banca di Newcastle ha ammesso di aver mancato di un miliardo di sterline l’obiettivo di bilancio per la concessione di nuovi prestiti immobiliari. E per questo contesta la lentezza anglo-europea, ovvero la procedura che LondrastaavviandoconBruxel-lesperristrutturareilgruppocre-andounabadbanksucuiscarica-relepassivitià.
E’unpassaggioes-senzialeinvistadiunfuturoritor-nodiNorthernRockinmanopri-vataancheseieriilCeoGaryHof-fman è stato secco nello smentire. «Non c’è – ha detto – nessun piano di vendita già avviato nè concordato con il governo».
Dalle banche pubbliche (nei prossimi giorni sono attesi i risultati di Rbs e Lloyds) gli analisti non si aspettano i risultati fatti registrare lunedì dai due colossi privati. Si disegna, così, una trincea che spacca il mondo del credito inglese provocando una serie di conseguenze a cascata. La più evidente, fonte di nuove polemiche, è la politica salariale. Barclays ha ammesso di aver garantito bonus a tre top investment banker e secondo stime che circolano nella City i costi per il personale sono già cresciuti di un terzo rispetto alle attese e dovrebbero arrivare, a fine anno, alla soglia dei 5 miliardi di sterline. Come dire: la vecchia abitudine di bonus miliardari sta ritornando in grande stile. Sia nel rapporto di Lord Turner, presidente dell’Fsa per le nuove regole dei merctai finanziari, sia nelle proposte parlamentari di riforma del settore il taglio dei premi era considerato passo ineludibile. Quantomeno per ragioni di etica visto che Londra ha investito 130 miliardi di sterline per salvare un settore, quello del credito, sul ciglio del precipizio.