Antonio G. Paladino, ItaliaOggi 5/8/2009, 5 agosto 2009
Fs, Trenitalia pesa sui conti 2008 - La Corte dei conti approva la svolta nella gestione del gruppo, ma avverte: restano aree di debolezza - Necessario migliorare il servizio e aumentare i treni pendolari - Il biennio 2007/2008 rappresenta un periodo di svolta nella gestione del gruppo Ferrovie dello stato
Fs, Trenitalia pesa sui conti 2008 - La Corte dei conti approva la svolta nella gestione del gruppo, ma avverte: restano aree di debolezza - Necessario migliorare il servizio e aumentare i treni pendolari - Il biennio 2007/2008 rappresenta un periodo di svolta nella gestione del gruppo Ferrovie dello stato. La situazione di grave deficit strutturale del gruppo, registrata alla fine dell’esercizio 2006, chiuso con una perdita complessiva di 2.115 milioni di euro e addebitabile per oltre il 90% a Trenitalia, è stata riportata in equilibrio sotto il profilo economico-gestionale nell’arco dei due anni. Tuttavia, persiste la debole situazione finanziaria di Trenitalia, che, a fine 2008, registra un indebitamento netto di oltre 5,8 miliardi di euro, a fronte di un patrimonio netto di 1,16 miliardi di euro, malgrado i notevoli miglioramenti intervenuti nei conti economici degli ultimi due anni. Lo ha messo nero su bianco la sezione centrale di controllo sugli enti della Corte dei conti, nel testo della deliberazione n. 56/2009, con la quale ha reso noto l’esito dell’indagine sul biennio gestionale 2007-2008 del gruppo Ferrovie dello stato. Gli sforzi del management della capogruppo, a partire dal 2007, sono stati notevoli. Quando si è chiuso l’esercizio 2006, il gruppo versava in una paurosa situazione di «deficit strutturale». Le perdite, infatti, ammontavano a 2,11 miliardi di euro. Di queste, oltre il 90% addebitabili alla gestione Trenitalia. Il primo «rilancio» si ha nel 2007, appunto, quando le perdite sono contenute in 409 milioni di euro e quasi tutte di pertinenza sempre di Trenitalia (403 milioni). Si è assistito pertanto, ammette la Corte, a numerosi processi di razionalizzazione e risanamento, i quali hanno portato il gruppo Ferrovie dello stato a registrare, in sede di approvazione di bilancio 2008, un utile, «sia pur simbolico», di 16 milioni di euro. Il segno positivo nel bilancio è stato ottenuto con un anno di anticipo, rispetto alle previsioni del piano industriale 2007-2011 (era infatti un obiettivo della gestione 2009). Questo, a parere della magistratura contabile, rappresenta «una conferma del notevole sforzo compiuto da tutte le componenti del gruppo». Un risultato che sicuramente è ascrivibile alla riduzione dei costi operativi, soprattutto alla riduzione dei costi relativi al personale, la cui consistenza è passata dalle 98 mila unità del 2006 agli 89 mila addetti in organico agli inizi del corrente anno. Un futuro più roseo per il gruppo guidato da Mauro Moretti, comunque, passa sempre dal risanamento dei conti di Trenitalia. La Corte, infatti, sottolinea il «persistere della debole situazione finanziaria», che registra, a fine 2008, un indebitamento netto di oltre 5.811 milioni di euro a fronte di un patrimonio netto di 1.169 milioni di euro, malgrado i notevoli miglioramenti intervenuti nei conti economici degli ultimi due anni. Ne consegue che la prima e più urgente azione da intraprendere per non compromettere la continuità aziendale è quella dell’adeguamento del capitale della società di trasporto, se non altro per non incorrere, a breve, in una nuova operazione di riduzione e ricostituzione del capitale sociale. Infine, per la Corte, è «assolutamente necessario» che Trenitalia produca uno sforzo «più gravoso» di quello che l’aspetta per risanare i propri conti. Vale a dire, quello di assicurare in tempi non più derogabili un servizio di trasporto passeggeri a livello regionale accettabile in termini di soddisfazione dell’utenza, sia a bordo treno, con l’azzeramento (o almeno «una forte attenuazione») dei disagi che hanno finora caratterizzato il servizio, sia con una maggiore frequenza dei treni destinati al trasporto dei cosiddetti pendolari.