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 2009  agosto 05 Mercoledì calendario

Un’opposizione debole è un danno per il governo - L’interruzione feriale consente di tentare un bilancio del primo anno reale di attività del governo e delle opposizioni

Un’opposizione debole è un danno per il governo - L’interruzione feriale consente di tentare un bilancio del primo anno reale di attività del governo e delle opposizioni. stato un anno segnato da elementi straordinari, come il dispiegarsi della crisi finanziaria internazionale, il terremoto che ha devastato L’Aquila, la riunione in Italia del vertice mondiale del G8 poi allargato a parecchi altri stati. Il governo ha fornito risposte alle emergenze, comprese quelle ereditate dal passato, come la sensazione di insicurezza dei cittadini e la crisi dei rifiuti in Campania, naturalmente con gradi di efficienza diversi. Le opposizioni hanno sostenuto, con rare eccezioni, che pressoché tutte le misure adottate erano puramente speciose, effetto di una politica di immagine priva di contenuti concreti, ispirata a un ottimismo di facciata che sarebbe contraddetto dalla condizione reale del paese e dei cittadini. abbastanza naturale che chi governa veda il bicchiere mezzo pieno e chi è in minoranza quello mezzo vuoto, ma le varie tornate elettorali locali e quella europea hanno sancito un aumento del distacco tra maggioranza e minoranze. In particolare si è più che raddoppiata la distanza tra il Popolo della libertà e il Partito democratico, nonostante ambedue abbiano sofferto il carattere particolare del voto europeo, che non aveva in palio una scelta di governo. Anche se si considera quel risultato attraverso un sofisticato sistema che depura il risultato dagli effetti della minore partecipazione al voto, si ha comunque una distanza attorno ai 10 punti. Recuperare un ruolo centrale nell’opposizione invece di essere territorio di caccia per quelle minori è il problema vitale del Partito democratico, che non sembra in grado di difendere i propri confini né a destra né a sinistra. Il suo spazio naturale sarebbe quello dell’opposizione costituzionale, che condivide i fondamenti della collocazione internazionale, della struttura economica e sociale e dell’assetto istituzionale, collaborando in questi campi mentre esercita un controllo critico dell’azione specifica dell’esecutivo. Si è fatto invece trascinare spesso in contestazioni di tipo delegittimante, adatte a partiti di nicchia, rendendo confuso e contraddittorio il suo messaggio, salvo doversi poi ricollocare sul suo terreno naturale dopo i richiami del presidente della Repubblica. L’incapacità di incalzare il governo sul piano delle riforme necessarie che ne consegue ha anche consentito all’esecutivo ritardi su questo terreno fondamentale, dove solo chi sa bene quel che vuole, come Umberto Bossi, ha ottenuto il federalismo fiscale e la legge sull’ordine pubblico. A dimostrazione che un’opposizione debole è un danno anche per la maggioranza.