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 2009  agosto 05 Mercoledì calendario

Calderoli rilancia le gabbie salariali - La Lega in rivolta dopo uno studio di Bankitalia sul costo della vita meno cara al Sud - Per il ministro gli stipendi vanno rimodulati a seconda delle regioni - Il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, torna a parlare di «gabbie salariali», proprio nel giorno in cui vengono diffusi i dati di uno studio condotto da Bankitalia sul divario del costo della vita tra Nord e Sud

Calderoli rilancia le gabbie salariali - La Lega in rivolta dopo uno studio di Bankitalia sul costo della vita meno cara al Sud - Per il ministro gli stipendi vanno rimodulati a seconda delle regioni - Il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, torna a parlare di «gabbie salariali», proprio nel giorno in cui vengono diffusi i dati di uno studio condotto da Bankitalia sul divario del costo della vita tra Nord e Sud. Nel dettaglio, nell’ «Occasional paper» pubblicato da due economisti della Banca d’Italia, Luigi Cannari e Giovanni Iuzzolino, risulta che il livello dei prezzi nelle regioni meridionali è più basso di circa il 16,5% rispetto a quello delle regioni settentrionali. Un divario in cui, secondo i ricercatori, «pesa soprattutto la differenza nel costo degli affitti, che al Sud è circa il 60% di quello del Centro-Nord». Dopo le lettura di questi dati, il coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord, suggerisce al governo «buste paga parametrate sul reale costo della vita nelle diverse aree del paese». «Alla luce della volontà espressa dal governo», ha dichiarato Calderoli, «di affrontare una volta per tutte, la questione meridionale, anche attraverso la fiscalità di vantaggio, e ritenendo altrettanto necessaria e urgente la risoluzione della questione settentrionale, è evidente che andrà posta attenzione alle nostre proposte riguardanti le buste paga misurate in base al costo della vita di ogni regione». Una proposta fortemente caldeggiata dalla Lega già in passato e che il ministro per l’attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi, ha commentato così: «basta con il teatrino su Nord e Sud, Berlusconi unisce un Paese che conosce un nuovo prestigio internazionale». Ancora più dura la reazione dell’opposizione. «Non è possibile fare una distinzione per macroarea», ha riferito il senatore del Partito Democratico, Filippo Bubbico, «ci sono sostanziali differenze anche all`interno delle regioni. Il costo della vita a Milano è molto più alto dei paesi che si trovano nelle zone interne». Secondo il senatore, «un paese moderno, che ambisce a contare nello scenario globale, non può costruire il proprio futuro sulle discriminazioni e sui localismi. I dati diffusi da Bankitalia riguardano le macroaree del paese mentre non si capiscono quali dovrebbero essere per la Lega le basi per lanciare le gabbie salariali: provincie, comuni o quartieri»? Ma analizziamo nel dettaglio i dati dello studio che ha scatenato il dibattito tra i politici. Considerando soltanto i prezzi dei prodotti alimentari, abbigliamento e arredamento, il costo della vita nel Mezzogiorno risulta inferiore di circa il 3% rispetto al Centro Nord. E il prezzo dei combustibili e dell’energia risulta di poco superiore nelle Regioni del Sud (2,2%), mentre quello dei servizi è inferiore del 15%. Queste categorie di spesa rappresentano rispettivamente il 5% e il 38% della spesa complessiva delle famiglie. Includendo anche queste componenti nel calcolo del costo della vita, si perviene a una stima del divario tra Centro-nord e Mezzogiorno dell’ordine del 20%. Ma nello studio si precisa che i prezzi dei servizi rilevati dal ministero dello Sviluppo economico sono rappresentativi solo di alcune componenti di spesa per servizi (sanità, riparazioni e altri beni) e che per i restanti prodotti non ci sono differenze territoriali. Ne derica che, l’indice complessivo del costo della vita risulta pari a 89,3 nel Mezzogiorno e a 107,8 al Centro-nord. Ciò significa che nelle regioni meridionali il livello dei prezzi è del 17% inferiore a quello del Centro-nord. «Incorporando il maggior onere nel Mezzogiorno rilevato per i premi di assicurazione dei mezzi di trasporto», hanno conluso gli studiosi di Bankitalia, «tale valore scende al 16,5% circa. Questa stima appare preferibile sotto il profilo metodologico, perchè si tiene conto di rilevazioni dirette degli affitti e dei prezzi dei servizi e si effettuano aggiustamenti per la qualità dei prodotti».