Edward Hadas, La stampa 5/8/2009, 5 agosto 2009
IL PIL GLOBALE SCENDE MA IL PETROLIO RADDOPPIA CACCIA AGLI SPECULATORI
Nonostante il Pil globale sia ancora depresso, il prezzo del petrolio è salito da 34 a 72 dollari al barile. Anche rame, zucchero e ferro sono in forte aumento. Che si tratti di un complotto ordito da trader, speculatori e banche di investimenti? L’fsA inglese sta studiando il caso, seguendo l’esempio delle omologhe autorità americane.
Lo scontro è acceso. Da una parte c’è il buonsenso. vero, infatti, che i fondi specializzati in materie prime e molti speculatori inseguono e determinano allo stesso tempo gli andamenti del mercato, spingendo i prezzi al rialzo o al ribasso con oscillazioni non giustificate dalle semplici fluttuazioni della domanda e dell’offerta.
Dall’altra parte ci sono i difensori del diritto a trarre profitto dalle attività di trading e una grande massa di dati poco chiari. Tra questi, anche dati che dimostrano che i prezzi sarebbero basati sui «fondamentali», soprattutto se in questi ultimi si includono le condizioni finanziarie e le aspettative dei produttori. Le autorità stanno studiando varie riforme puntando soprattutto a una maggiore trasparenza, che potrebbe ridurre le manipolazioni ma difficilmente arginerebbe questi mercati, molto estesi e ricchi di liquidità.
La caccia agli speculatori non farà molto per moderare la volatilità dei prezzi. Finché i prezzi delle materie prime varieranno insieme alle tendenze finanziarie - con forti rialzi quando il denaro è facilmente reperibile e ribassi altrettanto marcati nei periodi di stretta creditizia - questi mercati continueranno ad attirare l’interesse dei trader. Una norma particolarmente restrittiva su un dato aspetto scatenerebbe reazioni di compensazione altrove.
I metodi più efficaci per ridurre la volatilità nei prezzi delle materie prime sono due, e nessuno di questi è di competenza delle autorità di sorveglianza del mercato. Il primo consiste nel porre fine alla disponibilità di denaro a buon mercato. Il secondo consiste nel ridurre l’uso dei prezzi spot a favore dei prezzi basati sul costo.