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 2009  agosto 05 Mercoledì calendario

La dittatura argentina che andò al potere nel 1976 censurò anche Baglioni e Gino Paoli - BUENOS AIRES- Lucio Battisti, Gino Paoli, Nicola di Bari, Baglioni, Lennon, Clapton, i Pink Floyd e i Queen, Joan Baez, Donna Summer: non è una strampalata nazionale di cantanti degli anni ”70, ma alcuni degli autori e interpreti censurati dal regime militare che prese il potere in Argentina nel 1976

La dittatura argentina che andò al potere nel 1976 censurò anche Baglioni e Gino Paoli - BUENOS AIRES- Lucio Battisti, Gino Paoli, Nicola di Bari, Baglioni, Lennon, Clapton, i Pink Floyd e i Queen, Joan Baez, Donna Summer: non è una strampalata nazionale di cantanti degli anni ”70, ma alcuni degli autori e interpreti censurati dal regime militare che prese il potere in Argentina nel 1976. A rendere nota la lista sono stati i media di Buenos Aires, dopo la pubblicazione di un documento delle autorità dell’epoca nel quale sono indicate le canzoni messe bruscamente fuori dalla circolazione negli anni dell’ultima dittatura, tra il 1976 e il 1983. Le canzoni italiane oggetto della "caccia alle streghe" ordinata dal generale Jorge Rafael Videla furono "E penso a te" di Battisti-Mogol, "Mia" di Nicola di Bari, la versione italiana di "La donna che amo" cantata da Gino Paoli (scritta da Joan Manuel Serrat), "Tanti auguri" di Boncompagni-Pace e "Questo piccolo grande amore" di Claudio Baglioni. Di Lennon e Yoko Ono i militari non apprezzarono "Kiss, kiss, kiss", così come censurarono Clapton ("Cocaine"), Rod Stewart ("Do you think I’m sexy"), i Pink Floyd ("The wall"). Ma vennero ritenuti di fatto sovversivi anche i testi, o le musiche, di Baez, Rod Stewart, Charles Aznavour, Serge Gainsbourg, i Doors, il cantautore cileno Victor Jara e persino Astor Piazzola, il mito del tango argentino. Tra i numerosi interpreti del paese finiti nel mirino della censura ci furono cantanti rock - a partire dai due nomi più noti, Luis Alberto Spinetta e Charlie Garcia - ma anche tanti interpreti del folk e di altri ritmi locali. Tra il 1978 e il 1983 il comitato responsabile dalla censura, controllato dai militari, vietò in totale più di 200 pezzi. «Sono canzoni ritenute non adatte per i servizi della radiodiffusione», sottolinea il documento del comitato (lungo 7 pagine, scritto a macchina) reso noto oggi dalla stampa. « la prima volta che pubblichiamo gli archivi con i testi proibiti dalla dittatura, per noi il tema ha oggi un valore non solo culturale ma anche politico», ha commentato l’attuale presidente dell’organismo per la radiodiffusione, Gabriel Mariotto L’ultima dittatura argentina, che secondo le organizzazioni dei diritti umani fece 30 mila desaparecidos, iniziò ad alleggerire la censura musicale e cinematografica solo nel 1982, dopo la guerra della Falkland-Malvinas.