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 2009  agosto 05 Mercoledì calendario

A WALL STREET LE REGOLE NON CAMBIANO GEITHNER STRIGLIA LE AUTORITA’ DI CONTROLLO


Nel mirino del segretario al Tesoro, Bernanke (Fed), Schapiro (Sec) e Bair (Fdi)
L´amministrazione Obama accusa: riforme bloccate, festeggiano solo banche e banchieri

New York - Wall Street è euforica, la Casa Bianca meno. Il rialzo delle Borse avviene senza che siano cambiate le regole dei mercati, contrariamente alle promesse di Obama. La colpa? Ogni riforma è bloccata da un groviglio di veti incrociati, a cominciare dall´ostruzionismo delle stesse authorities di vigilanza, ciascuna delle quali ha qualcosa da perdere nel rimescolamento delle competenze. Perciò venerdì scorso il segretario al Tesoro Tim Geithner ha perso le staffe in un summit con i guardiani del mercato. "Sono volati insulti e oscenità", secondo la ricostruzione del Wall Street Journal. Un sintomo del nervosismo che si nasconde dietro l´apparente schiarita nella situazione economica. La sfuriata è avvenuta in una riunione a porte chiuse fra Geithner e i capi delle tre principali agenzie di vigilanza: il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, la numero uno della Securities and Exchange Commission Mary Schapiro, e la capa della Federal Deposit Insurance Sheila Bair.
Queste tre authorities sono, ciascuna in modi diversi, sul banco degli imputati. Accusate per non aver saputo prevenire i crac di colossi bancario-assicurativi, per il disastro dei mutui subprime, per l´accumularsi di titoli tossici nei bilanci societari, per i superstipendi dei top manager incompetenti, e altre patologie all´origine della crisi del 2008. L´Amministrazione Obama ha lanciato da tempo un progetto di revisione completa dei poteri e delle competenze. La Federal Reserve, cioè la banca centrale, vedrebbe aumentati i suoi strumenti d´intervento nel settore finanziario, ivi compreso il potere di nazionalizzare colossi finanziari pericolanti e frammentarli in tanti "spezzatini" se le loro dimensioni comportano un eccessivo rischio sistemico. D´altra parte il consumatore e depositante riceverebbe nuove attenzioni, con la creazione di un´agenzia federale tutta per lui: un´authority destinata a tutelare i clienti delle banche contro abusi come quelli perpetrati dai piazzisti dei mutui subprime. Novità sostanziali, un rifacimento dell´architettura dei mercati quale non avveniva dai tempi del New Deal rooseveltiano, durante la Grande Depressione degli anni Trenta. Ma tutto questo per ora è un libro dei sogni, nei fatti non una sola riforma è stata approvata. L´iter parlamentare, già complesso, langue e si trascina stancamente. E tra i colpevoli secondo Geithner ci sono proprio quei tre: la banca centrale, l´autorità di vigilanza sulla Borsa e la Fdic che assicura i depositanti contro la bancarotta. Tre istituzioni arroccate in difesa dei propri poteri attuali, in una battaglia immobilista tipica delle burocrazie. Ogni istituzione avrebbe qualcosa da perdere nella riforma, e quindi punta i piedi per guadagnare tempo, logorare il governo. Una tattica che si sta rivelando efficace, perché Bernanke, la Schapiro e la Bair hanno un potente megafono per esprimere le loro obiezioni: le audizioni parlamentari che si susseguono sulle riforme dei mercati. La difesa del potere delle burocrazie si intreccia con le battaglie politiche fra maggioranza e opposizione, o fra le correnti del partito democratico. Un esempio: il potente Barney Frank, deputato democratico del Massachusetts che presiede la commissione Finanze, fa ostruzionismo contro l´aumento dei poteri della Fed perché considera che la banca centrale "è stata indebolita politicamente dallo scandalo delle gratifiche per i top manager dell´Aig". Il gioco dei veti incrociati intanto favorisce le lobby delle banche, assicurazioni e hedge fund: tutte interessate a cambiare il meno possibile, a guadagnare tempo perché si esaurisca la spinta riformista dell´Amministrazione. La resistenza insabbia i cambiamenti in ogni settore: a Chicago langue il tentativo della Commodity Futures Trading Commission di imporre dei limiti alla speculazione sui derivati dell´energia; proprio mentre il petrolio è tornato a salire grazie alla massa finanziaria che si muove nel mercato dei futures. Il rischio per l´Amministrazione Obama giustifica l´esasperazione di Geithner. Il settore finanziario torna a sorridere, e gli indici di Wall Street sono ai massimi da novembre, ma il disagio sociale aumenta e le promesse fatte ai clienti delle banche rimangono lettera morta. Nel settore dei mutui insolventi, per esempio, solo il 9% dei debitori hanno avuto diritto alla rinegoziazione offerta da Obama. Solo le banche festeggiano bilanci floridi, e gli stipendi dei banchieri tornano a salire ai livelli pre-crisi.