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 2009  agosto 05 Mercoledì calendario

Industria, nel 1° trimestre 46 mila posti vacanti - Nel primo trimestre 2009 il tasso di posti vacanti (per le attività con almeno dieci dipendenti del settore privato non agricolo, a esclusione dei servizi sociali e personali) è risultato dello 0,6% per il totale dell’industria e dei servizi, pari a 46 mila posti vacanti a fronte di circa 7,85 milioni di posizioni occupate

Industria, nel 1° trimestre 46 mila posti vacanti - Nel primo trimestre 2009 il tasso di posti vacanti (per le attività con almeno dieci dipendenti del settore privato non agricolo, a esclusione dei servizi sociali e personali) è risultato dello 0,6% per il totale dell’industria e dei servizi, pari a 46 mila posti vacanti a fronte di circa 7,85 milioni di posizioni occupate. Secondo l’Istat, nel confronto rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, il tasso di posti vacanti ha segnato una riduzione di 0,5 punti percentuali. Tale evoluzione prosegue la tendenza emersa nel quarto trimestre del 2008 quando il tasso di posti vacanti ha segnato, rispetto a un anno prima, una diminuzione di 0,6 punti percentuali. Nei macrosettori dell’industria e dei servizi il tasso di posti vacanti registra, nel primo trimestre del 2009, valori, rispettivamente, dello 0,4 e dello 0,7%, con una riduzione tendenziale di 0,6 punti percentuali in entrambi i casi. All’interno dell’industria, dove tutti i settori segnano un calo tendenziale del tasso di posti vacanti, la discesa più marcata riguarda le attività manifatturiere, con un calo dall’1% del primo trimestre 2008 allo 0,4% dello stesso periodo del 2009. All’interno del terziario, con l’eccezione delle attività di servizi di alloggio e ristorazione, tutti i settori registrano riduzioni. Quelle più ampie riguardano trasporto e magazzinaggio e servizi di informazione e comunicazione (-0,7 punti percentuali). Per quanto riguarda le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, che segnano un tasso pari all’1,8%, superiore di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, l’aumento incorpora un effetto di calendario legato alla diversa collocazione della Pasqua.