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 2009  agosto 05 Mercoledì calendario

DA PRECARIO A DIRETTORE. PAPA, IL ROMANO IN QUOTA LEGA


Le alchimie di via­le Mazzini producono mille sorprese. Anche la nomina di un ex precario collaboratore esterno (un articolo 2, nel ger­go giornalistico) del Giornale Radio Parlamento a direttore di Isoradio, la rete dedicata alle informazioni sulla viabilità, e dei Canali radiofonici di pub­blica utilità. Per di più, altra anomalia politico-geografica possibile solo alla Rai, di un ro­mano in quota leghista. Perché Aldo Papa, classe 1952, è nato a Roma a un passo da Trasteve­re. Eppure, nella lista delle no­mine varate lunedì, la sua ca­sella di direttore a Isoradio va assegnata in quota bossiana. Il verde Padania si deve al suo in­carico di capo della comunica­zione istituzionale del ministe­ro della Giustizia dal 2003 al 2006 con Roberto Castelli.

L’approdo alla poltrona di­rettoriale non è stato indolore. Il consigliere Nino Rizzo Ner­vo, area Pd, ha attaccato: «No­mina mortificante e allarman­te, un giornalista inserito fino a poco tempo fa nell’elenco dei precari diventa direttore di una struttura così importante, uno schiaffo al buon senso e a una sana gestione delle risorse pubbliche». Ma l’interessato re­plica con secco, ostentato orgo­glio: «Vengo dal precariato e conosco gli scantinati della Rai. Non sono entrato in que­sta azienda da direttore, sono giornalista dal 1980 e sono sempre stato ai remi, mai am­miraglio... Chi non mi crede, si prenda il disturbo di guardare il mio curriculum». Stop. E rin­via alla biografia distribuita dal direttore generale Mauro Masi ai consiglieri, per metter­li nelle condizioni di votare o meno un direttore.

E così si scopre che Aldo Pa­pa, al di là dell’incarico affida­togli da Castelli (con varo del quotidiano telematico «Giusti­zia News on line») lavora alla Rai dal 1980. Come collaborato­re, poi come precario, infine ancora come collaboratore fis­so dopo aver rinunciato a far parte, appunto, di quel preca­riato che spesso assicura assun­zioni dopo estenuanti attese. Ma si sentiva troppo «anzia­no » per attendere una colloca­zione a 57 anni: meglio, ha de­ciso, una collaborazione ester­na fissa. Ha girato mezza Rai, Aldo Papa: la Raitre di Gugliel­mi, Raidue, Rai International, il Giornale Radio di Paolo Ruf­fini, infine il Gr Parlamento. E poi un’esperienza come consi­gliere di amministrazione al Centro sperimentale di cine­matografia, incarichi all’Istitu­to Luce, a Cinecittà Holding, al­l’Ente cinema, prima ancora al­la Fenice di Venezia, al Maggio Musicale fiorentino, all’Opera di Roma. Carlo Verna, segreta­rio dell’Usigrai, non ne fa una questione personale: «Il pro­blema principale è l’assunzio­ne di un ennesimo esterno co­me direttore. Bisognerebbe equilibrare questi ingressi con la sistemazione di chi, da pre­cario, lavora per anni senza si­curezze ».

Il prossimo ingresso di un di­rigente in quota leghista è pre­visto per domani, con la nuova tornata di nomine: Gianluigi Paragone è candidato alla vice­direzione di Raiuno. Voce inter­na Rai: «I leghisti si assumono ’fuori’ perché qui ’dentro’ la Lega non ha nessuno». Argo­mento che dovrebbe far riflet­tere Umberto Bossi e i suoi.