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 2013  luglio 19 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Enrico Letta
Il Vicepresidente del Consiglio è Angelino Alfano
Il Ministro degli Interni è Angelino Alfano
Il Ministro degli Esteri è Emma Bonino
Il Ministro della Giustizia è Anna Maria Cancellieri
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Fabrizio Saccomanni
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Maria Chiara Carrozza
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Enrico Giovannini
Il Ministro della Difesa è Mario Mauro
Il Ministro dello Sviluppo economico è Flavio Zanonato
Il Ministro delle Politiche agricole è Nunzia De Girolamo
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni culturali e Turismo è Massimo Bray
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Andrea Orlando
Il Ministro degli Affari europei è Enzo Moavero Milanesi (senza portafoglio)
Il Ministro di Affari regionali e autonomie locali è Graziano Delrio (senza portafoglio)
Il Ministro della Coesione territoriale è Carlo Trigilia (senza portafoglio)
Il Ministro dell’ Integrazione è Cécile Kyenge (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Semplificazione è Gianpiero D’Alia (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento e di Coordinamento dell’attività è Dario Franceschini (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente della Fiat è John Elkann
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Jean-Marc Ayrault
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente facente funzioni dell’ Egitto è Adly Mansour
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Oggi al Senato si vota la mozione di sfiducia al ministro Alfano ed è pressoché certo che non succederà niente. Il 30 luglio potrebbe poi arrivare la conferma alla condanna di Berlusconi, con l’interdizione dai pubblici uffici, e anche in quel caso è assai probabile che non succederà niente.

Che cosa intende lei con l’espressione “non succederà niente”?
Alludo alla possibilità che il governo cada. La mozione di sfiducia contro Alfano, preparata da M5S e Sel, verrà votata stamattina. Il ministro è sotto accusa per la gestione dell’ormai famoso caso Shalabayeva, la moglie del dissidente russo riconsegnata con la sua bambina di sei anni al cattivo dittatore kazako. Alfano ha sempre detto di essere stato tenuto all’oscuro di tutto, l’idea di quelli che hanno presentato la mozione è invece che sapesse e abbia lasciato fare o per insipienza o perché il dittatore kazako è amico di Berlusconi (Travaglio lo ha scritto chiaro). Se questa seconda ipotesi fosse vera, ne discenderebbe che il ministro dell’Interno, nel suo intervento dell’altro giorno, ha mentito al Parlamento. E infine: che sapesse o non sapesse, non esiste una responsabilità politica a prescindere in una faccenda di questa delicatezza? Una bambina di sei anni prelevata da 40 agenti, come ha ricordato Matteo Renzi...  

A proposito di Renzi...
Aspetti. In astratto, sarebbe forse doveroso che Alfano si dimettesse. In concreto c’è la crisi economica e l’assoluta mancanza di alternative. Ieri si sono riuniti i senatori democratici, hanno ascoltato un discorso di Epifani e un altro discorso di Franceschini («qui c’è chi ci mette la faccia e chi no») e alla fine hanno votato per il “no” alla richiesta di sfiducia, ottanta voti a favore, sette astenuti e i renziani spaccati...  

• Appunto, i renziani...
Il fatto è che Napolitano, circondato dai cronisti per la Festa del Ventaglio (i giornalisti salutano il capo dello Stato prima delle vacanze donandogli un ventaglio), ha pronunciato un discorso dei suoi. Il cui succo è questo: il governo Letta deve andare avanti, altrimenti i contraccolpi sui mercati si vedrebbero subito e potrebbero essere irrecuperabili, il cronoprogramma di 18 mesi preparato da Letta è importantissimo, ci sarà poi il semestre italiano della presidenza europea «occasione cruciale e banco di prova» (con questo, Letta è già arrivato al 31 dicembre 2014), quindi si prosegua «con maggiore e non con minore coesione», ingiuriare in quel modo un ministro è indecente (allusione al caso Calderoli-Kyenge, rispetto al quale si deve «levare un argine comune»), no anche a sovrapposizioni giudiziarie, cioè se la condanna a Berlusconi sarà confermata dalla Cassazione si tenga il governo al riparo dai contraccolpi (Berlusconi è d’accordo). Insomma, chi soffre per le larghe intese se ne faccia una ragione...  

Chi soffre per le larghe intese?
Un po’ tutti, ma soprattutto Matteo Renzi e i suoi. I renziani volevano votare a favore della mozione di sfiducia, poi hanno chiesto almeno una censura del ministro. Niente, non hanno ottenuto niente. Perché, anche se il Cav aveva già le alternative pronte, una caduta di Alfano avrebbe probabilmente trascinato con sé l’intero governo delle larghe intese. In lontananza si vedevano, in questo scenario, non solo le elezioni anticipate, ma anche le dimissioni del presidente della Repubblica che ha accettato il secondo mandato sulla base di un impegno preciso di tutti i partiti.  

Quindi, anche stavolta, Renzi è rimasto col cerino in mano.
Il sindaco di Firenze è in una posizione assai difficile. Parla ogni giorno, interviene su tutto, è andato dalla Merkel, si fa vedere, attacca e insomma non si dà pace perché è finito in una specie di sabbia mobile: non può lavorare apertamente per la caduta di Enrico Letta, che - a 47 anni - non può essere considerato un dinosauro da rottamare - e d’altra parte l’esistenza di un giovane cattolico del Pd a Palazzo Chigi, moderato e di provenienza Margherita, gli toglie drammaticamente spazio. Il rischio di scomparire, permanendo questa situazione, è grosso. Il rischio che alla fine il vero candidato del Pd sia l’attuale presidente del Consiglio (e perché no?) è alto. Come divincolarsi tra queste catene morbide e all’apparenza impossibili da spezzare? Gian Antonio Stella ha calcolato che il sindaco ha dato nell’ultimo anno un’intervista ogni sei giorni, senza contare gli interventi sui media locali. L’Ansa ha messo la parola “Renzi” nel titolo 4357 volte (Napolitano 4924, papa Francesco ancora di meno). Insomma, un’attività frenetica e tanti discorsi anche giusti. Il pericolo, però, è che questi discorsi, da un certo momento in poi, non li stia più a sentire nessuno.   (leggi)

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