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 2013  luglio 19 Venerdì calendario

Entro l’anno la Grecia lascerà a casa 25mila dipendenti pubblici, soprattutto insegnanti e dipendenti dei Comuni

Entro l’anno la Grecia lascerà a casa 25mila dipendenti pubblici, soprattutto insegnanti e dipendenti dei Comuni. Una cifra monster che andrà a ingrossare le fila della disoccupazione già a livelli record del 27%, un tasso che è oltre due volte la media della zona euro (12,2%). La decisione è arrivata nella notte di mercoledì dopo una seduta fiume del Parlamento di Atene che ha finito per piegarsi alle richieste della Troika (Fmi, Ue e Bce) che aveva chiesto il maxi sacrificio in cambio dello sblocco di una nuova tranche di prestito da 7 miliardi di euro. Fuori dal palazzo migliaia di persone protestavano contro un via libera che è arrivato di misura: 153 voti a favore su un totale di 300 deputati. Per il primo ministro Samaras, il voto era il primo test dopo l’uscita dalla maggioranza di uno dei tre partiti che sostenevano il governo, in seguito alla chiusura della tv di Stato decisa in giugno. Samaras ha provato a placare le proteste annunciando la prima riduzione fiscale dall’inizio della crisi: porterà da 23% a 13% l’Iva su ristoranti e prodotti di ristorazione dal primo agosto. La speranza è che la mossa possa rilanciare il settore trainante. Ma l’intento è anche quello di contribuire ad arginare l’evasione fiscale. Samaras ha però già avvertito che se i reati di frode dovessero proseguire l’Iva verrebbe riportata al 23%. Il clima nel Paese rimane infuocato. I licenziamenti di massa sono stati approvati proprio poche ore prima della prima visita di Wolfgang Schäuble, il ministro delle Finanze tedesco, ad Atene dall’inizio della grave crisi. Il numero due del governo di Berlino è stato accolto in una città blindata con il divieto di manifestare per 11 ore nel cuore della città, piazza Syntagma, davanti al Parlamento. Schäuble da una parte ha lodato i passi avanti fatti dal Paese in questi difficili anni. Ha approvato l’ondata di licenziamenti, evidenziando come la Grecia avesse una pubblica amministrazione sovradimensionata. Dall’altra parte ha però escluso nuovi tagli al debito del Paese, una boccata di ossigeno per le finanze dello Stato ellenico. «La Grecia non deve insistere sull’ipotesi di una seconda ristrutturazione del debito». Schäuble ha definito “infattibile” un altro haircut oltre il 53% già subito dagli investitori privati. Intanto un po’ di ossigeno dovrebbe arrivare dal memorandum fra i governi di Atene e Berlino sottoscritto ieri per l’istituzione di un Fondo per lo sviluppo del Paese che prevede una dote da 100milioni alle imprese elleniche.