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 2013  luglio 19 Venerdì calendario

BRIATORE: «IL MIO AMICO SILVIO CE LA FARA’. RENZI ESCA DAL PD»

Flavio Briatore, sente odore di crisi di governo?
«Ma siamo seri. Dalle elezioni in poi, a parte la riconferma di Napolitano al Quirinale e per fortuna che l’ha accettata, l’unica mezza cosa che si è riusciti a fare è il governo Letta. Ammesso che possa fare qualcosa. E già lo vogliamo buttare giù?».
Sta sottovalutando il caso kazako?

«Abbiamo altri problemi. Rispetto al tumore che aggredisce l’Italia, che è quello di una politica che non fa niente e parla solo di oranghi e di kazaki, la vicenda del Viminale è la rottura di un dito mignolo».
Più importante la fine di Berlusconi, se il 30 luglio le cose andranno male?

«Io sono molto ottimista sul giudizio della Cassazione in suo favore».
Come fa a dirlo, ha parlato con l’avvocato Coppi?

«La Cassazione è una corte serena, che non fa mai valutazioni politiche. Perciò sono ottimista. E comunque il problema dell’Italia non è lui, è il sistema Italia. Non riusciamo ad abbassare i costi della macchina dello Stato e a snellirlo. Ci sono 5.000 aziende dei Comuni, delle Regioni, delle Province che ci costano più o meno 34 miliardi di euro, e vanno avanti - si fa per dire - con assunzioni illegittime, consulenze inutili, acquisti di forniture a prezzi gonfiati. Per non dire dei dirigenti strapagati».
E se Berlusconi viene condannato?

«E’ un’ipotesi che non prendo in considerazione».
Quindi andrà avanti con Forza Italia, versione Santanchè?

«Daniela la conosco da trent’anni. Persona intelligente. Donna del fare. Il fatto stesso che sia arrivata ai vertici di uno dei maggiori partiti italiani è la riprova che è bravissima».
Più brava di Alfano?

«Più brava di tanti altri. Io comunque alle ultime elezioni non ho votato e non per colpa mia: non mi è arrivato in tempo il documento per il voto degli italiani all’estero. Io non sono nè di destra nè di sinistra. Ma lei lo vede come non funziona l’Italia?».
La nuova Forza Italia potrebbe funzionare?

«Qui, finchè non si cambia la Costituzione, la politica continuerà ad essere quella che è. Nessuno può fare nulla, neppure Berlusconi che è il migliore. E’ come se tu vai in azienda, ti siedi al tavolo del comando ma con le mani legate, un cerotto sulla bocca e una benda sugli occhi. Così è ridotta la nostra politica. E non fa che parlare di riforme. Chiacchiere. Serve un sistema che dia potere e capacità di azione a chi governa».
Renzi le è simpatico?

«Sì. Ma il problema è che dev’esserci uno choc in Italia, una rivoluzione. Abbiamo un sistema imprenditoriale al collasso, imprenditori che vengono ostacolati dalla politica e dalla burocrazia e facciamo finta di niente. Prima o poi i cittadini si ribellano, e vediamo che succede!».
Consiglia a Renzi di lasciare il Pd?

«Renzi non può cambiare il Pd. Non può fermare il vento con le mani. L’unica cosa che può fare è imboccare un percorso suo. Quelli sono professionisti della politica, burocrati degli apparati. Non hanno lavorato neppure una mezza giornata nella loro vita. Cercano di imbrigliarlo tramite questo schema: noi non facciamo nulla, ma l’importante è che non faccia nulla neppure tu. Lei ha visto che cosa è venuto giù quando io e Renzi siamo andati a pranzo insieme? Uno scandalo! Ma il vero scandalo è che nessuno dice niente, mentre viene chiuso il Colosseo o crolla Pompei. Mi attaccano dicendo che vorrei che io vorrei fare di Pompei una Las Vegas. Ma ben venga Las Vegas!».
Nel frattempo, Berlusconi che cosa dovrebbe fare: riposarsi o continuare a lottare?

«Da amico, gli consiglio di riposarsi. Da cittadino, penso che ci sia ancora bisogno di lui. Berlusconi non è finito. E’ come un anziano calciatore che è sempre il migliore in campo rispetto a quelli più giovani di lui. Ciò significa che i giovani sono scarsi. Forse, Renzi un po’ meno».