Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  luglio 19 Venerdì calendario

QUEL FURBACCHIONE DI GIUDICE INGLESE CHE INVENTÒ LA RIVOLUZIONE SESSUALE

Dal sesso la salvezza. Con i pollici e gli indici delle mani uniti e sollevati sopra le teste a forma di losanga mentre scandiscono «l’utero è mio e lo gestisco io»: così le agguerrite femministe davano voce alla rivoluzione sessuale degli anni Sessanta. Dietro queste manifestazioni si agitano però visioni del mondo, ambizioni e progetti che risalgono ai primi anni del secolo scorso e fanno capo a un personaggio insolito la cui vita è raccontata in una poderosa biografia scritta da Kathleen Taylor: Sir John Woodroffe, Tantra e Bengala. Un’anima indiana in un corpo europeo? (Settimo Sigillo, pp. 486, euro 32,50; per richiederlo: ordini@libreriaeuropa. it).
Si era convinti negli anni Sessanta che secoli di bigottismo avessero mortificato la vita e la libertà degli uomini e che i primi passi da muovere per rompere la cappa della costrizione fosse liberare i corpi dando sfogo alla sessualità. Gli hippy, la controcultura, la Beat generation, la pillola anticoncezionale sono solo i fenomeni più appariscenti di un brodo di coltura che fermenta da anni. A cavalcarlo erano stati i filosofi della contestazione. Herbert Marcuse con Eros e civiltà o il para-psicoanalista Wilhelm Reich con l’idea di rivoluzione orgasmica se ne fecero i cantori. Ma le genealogie non sono mai così lineari. Tutto prende le mosse decenni prima, quando un, allora, oscuro giudice inglese in servizio presso l’Alta Corte di Calcutta comincia a dare alle stampe testi di una tradizione spirituale indiana ancora sconosciuta.
Sir John Woodroffe (1865- 1936) è noto con lo pseudonimo di Arthur Avalon, nome che evoca il ciclo dei Cavalieri della Tavola Rotonda e la mitica terra delle tradizione celtica. A lui si devono all’inizio del XX secolo le prime traduzioni dei testi che fanno conoscere in Europa, quando furoreggia il gusto per l’esotismo e il primitivismo, quello che era considerato un disprezzato culto magico e orgiastico, il tantrismo. Complicato sistema di pensiero che mira a risolvere le dualità della vita nell’unità, ai nostri giorni è finito a indicare un sorta di vademecum alla sessualità spendibile nei collezionabili da edicola e capace di garantire prestazioni erotiche da intimidire financo l’inventore del Viagra.
È Avalon che in qualche modo, suo malgrado, getta le basi attraverso la divulgazione dei testi tantrici di quella che sarebbe diventata la futura rivoluzione sessuale. Polemizzando con il sistema scolastico inglese invalso nell’Impero britannico e fattosi portabandiera del nazionalismo indiano, Woodroffe- Avalon, avvalendosi delle conoscenze e delle competenze del suo amico Atal Bihari Ghose, con i suoi lavori di indologia diffonde in Occidente un modello di salvezza deformato da forti tinte esoteriche. Proprio a Ghose, secondo Kathleen Taylor, si dovrebbe gran parte del lavoro di traduzione e trascrizione. La padronanza della letteratura sanscrita, evidente nei libri di Arthur Avalon, si dovrebbe alla perizia dell’amico e non di Woodroffe, che sebbene avesse studiato sanscrito non poteva leggerlo in maniera fluente.
I testi raccolti dal sodalizio non sono presentati come espressioni di epoche storiche ormai trascorse, ma come elementi di una cultura mistica vivente. Avalon riferisce di come essi siano intesi e applicati dal maestro tantrico, sadhaka, in modo che possano essere assunti a esempio anche altrove e non solo in India.
Le screziature misteriche che ammantano il tantrismo di Arthur Avalon derivano dalle sue frequentazioni con la Società teosofica capeggiata da Madame Blavatsky, persuasa che solo dall’Oriente potesse derivare la salvezza per l’uomo d’Occidente ormai confuso e sperduto. Tuttavia, rispetto ai santoni esoterici più famosi, il lavoro del magistrato britannico è diverso. Mentre Hélène Blavatsky, Gerald Gardner e Carlos Castaneda avevano l’abitudine di vestire le proprie idee come fossero espressione della dottrina di un maestro misterioso, sir John Woodroffe si impossessava semplicemente del lavoro di altri per liberare l’Occidente decaduto.
Alla lunga, attraverso rivoli talvolta imperscrutabili, i lavori sul tantra del giudice inglese, dalle sponde misteriche dell’occultismo, arriveranno poi a influenzare i cenacoli della Beat generation, promotori del versante libertario della rivoluzione sessuale sessantottina. Come si sa lo spirito soffia dove e come vuole fino a trasformare una millenaria pratica di salvezza in paccottiglia per uomini in fregola, anche se questa volta ci è voluto lo zampino di uno zelante giudice inglese appassionato dell’occulto, sir John Woodroffe, alias Arthur Avalon: ben lontano dalla pratica di realizzazione prevista dal Tantrismo, come riportano Gli aforismi di Shiva, trascritti da Vasugupta nel IX secolo, di far «entrare nell’ombra la dualità, per poter operare un’altra creazione».