Elvira Serra, Corriere della Sera 19/07/2013, 19 luglio 2013
OPPOSTI: LUI ISTRIONICO, LEI PRATICA E REALISTA. COSI’ SUSANNA HA CONQUISTATO FIORELLO
Non diventi Fiorello se non hai avuto un padre che a quattordici anni scaricava le pietre per la ferrovia di Taormina. Non diventi lo showman più bravo di tutti se non hai trascorso le estati a vendere lattuga sull’Apecar per 500 lire al giorno, se non hai fatto il muratore, l’idraulico, il falegname, il centralinista per una ditta di pompe funebri, prima di diventare animatore nei villaggi turistici, speaker da Radio Master Sound di Augusta fino a via Massena Milano, quartier generale di Radio Deejay, trampolino di lancio per il Karaoke, andata e ritorno negli inferi della cocaina.
Così è stato. Ed era inevitabile. Rosario Tindaro Fiorello, nato a Catania il 16 maggio 1960 con un cesareo che è costato 64 punti di sutura a mamma Sara mentre il medico diceva al padre Nicola «o la madre o il bambino», è diventato ciò che il suo sangue, la sua terra, il suo istinto alla sopravvivenza gli imponevano di rivendicare: il numero uno. Era scritto nel Dna di siciliano che ha ereditato il cognome degli orfani, come il nonno.
Però, poi, non diventi marito e padre se non incontri chi vede in te la persona e non il personaggio, l’uomo e non l’animale da palcoscenico, il cuore e non l’involucro. Susanna Biondo ha preso per mano lo scalatore di successi e gli ha mostrato la dolcezza di una passeggiata sul prato: nessuna conquista, solo la delizia di un respiro quieto. Lui eclettico, lei ordinata. Separati dalla fede calcistica — lei romanista, lui interista — uniti da una grande determinazione. A salire, per lui; a tenere i piedi radicati a terra, per lei.
«Se oggi sono tornato a essere un uomo normale, se ho capito che la mondanità va vissuta solo quando è strettamente necessaria, se ho imparato a bilanciare la mia vita distinguendo nettamente tra mondo dello spettacolo e quotidianità, devo dire grazie solo a Susanna. Ha un carattere forte, sa dire le parole giuste al momento giusto. E se mi fa un complimento, non è per piaggeria o perché offuscata dall’amore: non ha paura di sottolineare le cose di me che non le piacciono», ha detto di lei Fiorello a Oggi, in una delle rare interviste in cui ha concesso un po’ del privato.
La forza di Susanna sta nella sua intelligenza. Che non è (sol)tanto la laurea in Economia e commercio e il lavoro nella società paterna di doppiaggio e post produzione cinematografica. La sua vera dote è il culto della famiglia. La capacità di abbracciare mamma, sorelle e fratello del compagno di vita, la sicurezza di un amore che non ha bisogno di prove pubbliche. Sempre un passo indietro negli eventi ufficiali, invisibile sotto i riflettori, presente lì dove è l’unica regista alla quale Fiorello si abbandona fedelmente: in casa propria.
Le loro nozze, celebrate il 14 giugno del 2003 dopo sette anni di convivenza, sono state la dichiarazione d’intenti di una relazione votata alla riservatezza. Diciotto invitati nella chiesa sconsacrata di Caracalla, davanti a Enrico Gasbarra in doppia veste di vicesindaco e amico dello sposo. «Hanno chiesto di essere ultimi per non disturbare le altre coppie. Lui era emozionatissimo, di una dolcezza inaspettata», ricorda l’officiante. Alla coda di fotografi che attendevano fuori, Rosario ha chiesto con semplicità: «Questo momento è solo nostro, per favore rispettatelo. Poi vi prometto che ci potrete fare una foto». Nessuna esclusiva, come usa tanto tra i «vip». Un rito privato, dove la sposa, in bianco, era accompagnata da una piccola damigella, anche lei in bianco: la figlia Olivia, nata dal precedente matrimonio con l’imprenditore Edoardo Testa, amata subito da Fiorello come fosse sua.
Nel 2006, a completare una famiglia già piena, è arrivata Angelica, un gradino più in alto verso l’estasi, uno più in basso verso l’esperienza terrena, quotidiana, umana della paternità. Fiorello ne fa oggetto dei suoi monologhi quando scherza sulla gelosia sicula e giura che un giorno la manderà al mare in scafandro e passamontagna. La verità è che, ancora una volta, il mattatore ha scoperto una sorgente inesplorata, potentissima, alimentata dall’interno del suo nido domestico, non dal contatto esterno, pure formidabile, con il pubblico.
A intrecciare i fili invisibili di un’esistenza ordinaria e straordinaria è sempre Susanna. Il produttore televisivo Bibi Ballandi per le cose importanti parla prima con lei. Per dire: quando alla vigilia dell’ultima puntata di #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend era chiaro che Penelope Cruz avrebbe partecipato soltanto a condizioni troppo esose e capricciose — aereo privato, diretta tivù senza prove —, l’impresario si rivolse a Susanna e le chiese una mano. Il giorno dopo Fiorello rinunciò senza drammi, malgrado gli accordi presi. Nessuna manipolazione, semmai giudizio, lungimiranza, capacità di vedere le cose a 360 gradi. Pensando al meglio per l’altro.
Non sappiamo chi prepari il caffè al mattino o spenga la luce la sera. E in fondo è meglio così. Le cose davvero preziose le condividiamo solo con chi amiamo.
Elvira Serra