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 2009  settembre 25 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Renato Schifani
Il Presidente della Camera è Gianfranco Fini
Il Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi
Il Ministro degli Interni è Roberto Maroni
Il Ministro degli Esteri è Franco Frattini
Il Ministro della Giustizia è Angelino Alfano
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Mariastella Gelmini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Maurizio Sacconi
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Giulio Tremonti
Il Ministro della Difesa è Ignazio La Russa
Il Ministro dello Sviluppo economico è Paolo Romani
Il Ministro delle Politiche agricole è Luca Zaia
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Altero Matteoli
Il Ministro della Salute è Ferruccio Fazio
Il Ministro di Beni e Attività culturali è Giancarlo Galan
Il Ministro dell’ Ambiente è Stefania Prestigiacomo
Il Ministro dell’ Attuazione programma di governo è Gianfranco Rotondi (senza portafoglio)
Il Ministro della Gioventù è Giorgia Meloni (senza portafoglio)
Il Ministro delle Pari opportunità è Mara Carfagna (senza portafoglio)
Il Ministro delle Politiche europee è Andrea Ronchi (senza portafoglio)
Il Ministro di Pubblica amministrazione e Innovazione è Renato Brunetta (senza portafoglio)
Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento è Elio Vito (senza portafoglio)
Il Ministro di Rapporti con le Regioni e Coesione territoriale è Raffaele Fitto (senza portafoglio)
Il Ministro delle Riforme per il federalismo è Umberto Bossi (senza portafoglio)
Il Ministro della Semplificazione normativa è Roberto Calderoli (senza portafoglio)
Il Ministro del Turismo è Michela Vittoria Brambilla (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Mario Draghi
Il Presidente della Fiat è Luca Cordero di Montezemolo
L’ Amministratore delegato della Fiat è Sergio Marchionne
Il Segretario Nazionale dei Popolari-UDEUR è Clemente Mastella
Il Coordinatore Nazionale di Sinistra Democratica è Claudio Fava
Il Presidente della Rosa per l’Italia è Savino Pezzotta

Nel mondo

Il Papa è Benedetto XVI
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Ben Bernanke
Il Presidente della BCE è Jean-Claude Trichet
Il Presidente della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Hu Jintao
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è Gordon Brown
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è Nicolas Sarkozy
Il Primo Ministro della Repubblica francese è François Fillon
Il Re di Spagna è Juan Carlos I
Il Presidente del Governo di Spagna è José Luis Rodríguez Zapatero
Il Presidente dell’ Egitto è Hosni Mubarak
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Abdullah Gül
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pratibha Patil
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Manmohan Singh
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Mahmud Ahmadinejad

Obama vorrebbe un mondo senza bombe atomiche ed è riuscito a far votare al Consiglio di sicurezza dell’Onu una risoluzione in cui si chiedono «ulteriori sforzi nell’ambito del disarmo nucleare » e si esortano tutti i Paesi che non hanno ancora firmato il trattato di non proliferazione nucleare a sottoscriverlo al più presto.

• Chiacchiere?
Non del tutto. Il Tnp, sigla inglese del Trattato di non proliferazione nucleare, esiste dal 1970 ed è stato sottoscritto finora da 186 paesi. La firma non ha impedito che bombe atomiche e missili con testate nucleari proliferassero. Sono ufficialmente Paesi nucleari gli Stati Uniti, la Russia, il Regno Unito, la Francia e la Cina. Anche Israele, India, Pakistan e Corea del Nord hanno la bomba. Mohamed El Baradei, direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha detto pochi mesi fa al Guardian che ci sono almeno venti Paesi pronti a dotarsi della bomba atomica. Tra questi: la Siria, l’Arabia Saudita, l’Iran. L’attenzione americana e mondiale è naturalmente concentrata sull’Iran, e il pacifismo di Obama ha come obiettivo principale questo Paese, a cui si vuole impedire la crescita degli artigli. Però Sergio Romano ha invitato una volta tutti noi a prendere una cartina geografica e osservare i confini della Persia: Russia a nord, Cina a nord-est, India e Pakistan a est, Israele a ovest. Ahmadinejad è cattivissimo, però quelli che gli stanno intorno hanno tutti la bomba.

• Quindi il discorso di Obama andrebbe nell’unica direzione possibile: per impedire all’Iran di armarsi, disarmiamoci tutti. Quante bombe hanno gli americani?
Diecimila e undicimila i russi. I due paesi detengono il 96 per cento di tutte le testate esistenti. Nel mondo dovrebbero essercene circa 25 mila. La risoluzione del Consiglio di sicurezza è stata votata all’unanimità: i cinque membri permanenti (Usa, Cina, Francia, Russia e Regno Unito) e quelli di turno (Giappone, Libia, Uganda, Messico, Turchia, Vietnam). Tutti rappresentati dai loro presidenti. Era la prima volta che il Consiglio era presieduto dagli Stati Uniti.


• Devo supporre che gli americani daranno subito il buon esempio e cominceranno a smantellare le testate?
Non sia schematico. Il disarmo deve avvenire armonicamente da parte di tutti. Ci vorranno cent’anni. Ma sono importanti le linee di tendenze e le date. Vediamo: alla vigilia del G8 dell’Aquila Obama andò a Mosca e stipulò con i russi un accordo articolato in otto documenti nei quali si prevedeva una diminuzione concordata dei rispettivi arsenali atomici, da far scendere prima a 1500-1675 testate e poi a 500-1100. Negli ultimi giorni Obama ha prima annunciato che l’America non può fare tutto da sola (fine della politica unilaterale di Bush) e ha poi informato i russi che lo scudo tanto voluto dal suo predecessore non ci sarà, anche per motivi economici. Ora c’è questo documento sul disarmo. Entro il 5 dicembre dovrà essere rinnovato l’accordo Start sulla diminuzione delle testate russe e americane. Le premesse ci sono.


• Mi pare che Obama stia riuscendo a far diventare pacifisti anche i russi, no?
I russi hanno tante testate, ma obsolete. Sono come qualcuno che a poker si sta giocando un piatto e spera che non lo vengano a vedere. Una cosa è la Georgia, un’altra l’America. Rinnovare l’arsenale è costosissimo. Inoltre, sedersi al tavolo con gli americani ridà loro lo status che Bush gli aveva negato, quello cioè di super-potenza, di interlocutore principe. Lo stesso dei tempi di Breznev. Putin ci tiene enormemente. Sull’altro lato, la Casa Bianca non può pensare di affrontare Teheran senza l’appoggio russo. L’idea che aveva sedotto gli israeliani alla fine dell’anno scorso, quella di andare a bombardare i siti nucleari iraniani, non è onestamente percorribile e oltre tutto esiste un rapporto della Cia secondo il quale l’Iran, in realtà, la forza di farsi la bomba atomica non ce l’ha. Il vero pericolo è il Pakistan, dove ci sono una cinquantina di bombe, custodite in siti che Musharraf tenne segreti anche agli Usa, e su cui potrebbero mettere le mani i talebani. Ma anche qui, ci vuole l’aiuto russo e anche indiano.


• Perché sento in tutto il ragionamento una punta di scetticismo?
Perché, mentre si fanno questi bei discorsi, si acquistano o si fabbricano sempre più armi ed equipaggiamenti bellici. La Cina quest’anno spenderà un +15% per coprire i suoi presunti bisogni militari. L’India pure. Spese globali in miliardi di dollari nel 2009: 270. Nel 2013: 310. Nel 2017: 360 (a valore del dollaro identico). Incremento medio annuo previsto: +4,3%. Certe volte la crisi economica appare quasi come una speranza.
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