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 2009  settembre 25 Venerdì calendario

Garlasco a una svolta: l’assassino non era solo - L’assassino di Chiara Poggi non era solo nella casa di via Pascoli, quel 13 agosto 2007

Garlasco a una svolta: l’assassino non era solo - L’assassino di Chiara Poggi non era solo nella casa di via Pascoli, quel 13 agosto 2007. Le orme evidenziate sul luogo del delitto e riconducibili a chi ha ucciso, appartengono a persone distinte fra loro. Soprattutto non sono compatibili con nessuna delle scarpe sequestrate a Alberto Stasi. Non con le sue Lacoste color marrone, quelle calzate quando ha trovato Chiara senza vita e rimaste pulite. Non con le Tennis 883 che lui dice di avere buttato durante la vacanza a Londra. Consegna il 14 ottobre  il clamoroso colpo di scena sul giallo di Garlasco. Una conclusione importantissima, perché non scaturisce dalle indagini svolte dai consulenti della difesa né da quelli di parte civile (famiglia Poggi), ma dal perito nominato dal giudice Stefano Vitelli. Il magistrato chiamato a decidere se condannare o assolvere Alberto Stasi dall’accusa di avere ammazzato la fidanzata. Il risultato è scritto nella perizia che il professore Nello Balossino consegnerà il prossimo 14 ottobre al gup di Vigevano, dopo un’ultima e definitiva verifica che sarà svolta in contraddittorio e alla presenza di tutti i periti. Lunedì ci sarà il vertice. Qualora il risultato venisse ulteriormente confermato, l’esito del processo non potrebbe che finire con l’assoluzione per il solo indagato in questa inchiesta a condotta a senso unico. Che l’impianto accusatorio costruito nei suoi confronti, dal pm Rosa Muscio, non fosse convincente lo dimostra l’ordinanza pronunciata il 30 aprile scorso. Il dottor Vitelli, quel giorno, ha ordinato di rifare le indagini daccapo, ripartendo da zero. Prima il colpo di scena, anticipato da Libero il 19 agosto e ripreso venti giorni dopo dal Corriere della Sera, sul computer. Scrivono i periti del giudice a questo proposito: Stasi, la mattina del 13 agosto mentre Chiara veniva uccisa, lavorava al suo pc. L’allora laureando ha interagito tutta la mattina col computer, dalle ore 9 e 36 minuti fino alle 12 e 20. Adesso l’inquietante e clamorosa svolta delle orme ”diverse” rintracciate per la prima volta sulla scena del crimine, dal professore Nello Balossino, esperto di elaborazioni di immagini (facoltà di Scienze dell’università di Torino). Il suo nome è conosciuto in tutto il mondo perché Nello Balossino è lo scienziato incaricato di sciogliere il mistero su chi appartenga l’immagine impressa sulla Sacra Sindone. A casa Poggi ha svolto un’analisi scrupolosa e dettagliata. Il professore, a differenza degli altri consulenti della difesa e di parte civile, ha potuto studiare le macchie di sangue nel loro stato ”originale”. Ovvero attraverso l’analisi delle foto ricavate direttamente dalle memory card e non dalla fotocopia delle immagini scattate dai carabinieri. Una metodologia che ha consentito allo scienziato di individuare tracce, orme e impronte fino a quel momento latenti e per questo mai considerate. Nello Balossino si è accorto che le suole delle scarpe riconducibili all’omicida e ai presunti complici (quelle presenti nel soggiorno, davanti alla scala, in bagno) sono fra loro diverse. Una di queste suole, in particolare, è molto piccola. E per forma e misura potrebbe essere ricondotta alla scarpa di una donna. Non è dato sapere se sia stata ancora misurata con esattezza, di certo si può concludere che quella calzatura appartiene all’assassino (forse all’assassina) ma non a Alberto Stasi, che di piede porta numero 41. Il contraddittorio fra gli esperti nominati dal giudice servirà ad accertare anche questo fondamentale dettaglio della scarpa da donna. Esperto di Sindone I periti, incaricati da Stefano Vitelli di accertare la verità sull’omicidio di Chiara, sono sette e alcuni di loro (esempio il collegio incaricato di svolgere la perizia medico legale) sono stati invitati a rivedere le loro analisi alla luce delle nuove conclusioni sulle orme. Dice uno degli esperti: «La perizia del professore Nello Balossino è totalmente favorevole a Stasi. pronta ed è già stata firmata all’inizio della settimana. Se sarà confermata, per l’imputato non potrà esserci che assoluzione». L’analisi del professore di Torino richiama le conclusioni già sintetizzate dal consulente della difesa: il professore Franco Maria Avato, illustrate durante il processo dagli avvocati di Stasi. Secondo Avato le persone intervenute sulla scena del delitto sarebbero due e di statura inferiore a quella di Alberto. Insieme avrebbero sollevato il corpo senza vita di Chiara, portandolo in fondo alla scala dov’è stato trovato. Lo proverebbe l’assenza di macchie da trascinamento e la presenza degli schizzi di sangue sul muro e sugli stipiti al di sotto dei 70 centimetri di altezza. E ancora: Alberto non sarebbe stato in grado, da solo, di portarla in braccio in fondo a quei gradini. I nuovi risultati delle perizie saranno discussi lunedì. La proroga della consegna (fissata al 14 ottobre) non dovrebbe comportare slittamenti delle udienze. Il processo riprenderà il giorno 17, sabato. Il giudice Stefano Vitelli, infine, definisce «infondata» la notizia pubblicata nei giorni scorsi da Corriere della Sera e Stampa, secondo cui Alberto Stasi «non poteva non essersi sporcato le suole delle scarpe in quanto sul pavimento era presente oltre al sangue anche il siero». Nella misura di due millimetri.