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 2009  settembre 25 Venerdì calendario

Telecom, Alierta studia contromosse - Il giorno dopo l’annuncio che telco 2 è in marcia, arriva la reazione del gruppo iberico - Il giorno dopo l’annuncio che Telco 2 è di fatto in marcia, tra i grandi soci della holding che controlla Telecom prevale la prudenza

Telecom, Alierta studia contromosse - Il giorno dopo l’annuncio che telco 2 è in marcia, arriva la reazione del gruppo iberico - Il giorno dopo l’annuncio che Telco 2 è di fatto in marcia, tra i grandi soci della holding che controlla Telecom prevale la prudenza. Lanciato il sasso si guardano le onde che lentamente increspano l’acqua. L’opinione generale è che sia stato rivelato un segreto di Pulcinella: la presenza degli spagnoli di Telefonica nel gruppo tlc italiano non è più sopportabile. Questo vuol dire fine dei giochi? Quasi. E il «quasi» non è usato a caso, visto che alcuni soci tengono a far sapere che nulla è ancora stato deciso. Posizione comprensibile, anche perché fino all’ultimo si aspetterà di vedere che tipo di posizione prenderanno gli spagnoli. I quali, dal canto loro, non resteranno certo con le mani in mano. Già ieri mattina i vertici di Telefonica avrebbe avuto un confronto telefonico con alcuni azionisti ed è chiaro che in questi giorni cercherà di usare tutte le armi in suo possesso per riportare la situazione su binari a più favorevoli a Telefonica. Difficile dire cosa potrà accadere da qui al 28 ottobre, ma le stesse persone che fanno notare come non ci sia alcuna posizione definitiva, fanno anche capire che lo scenario di Telco 2 resta il più plausibile. I fatti stessi portano in quella direzione e non si vede cosa gli iberici possano fare per cambiare la situazione. Quanto è costato a Telecom avere la concorrente spagnola nell’azionariato? Troppo. La sola presenza ha limitato le possibilità di espansione geografica di Telecom a livello globale, essendo Telefonica già presente in quasi tutto il mondo. Gli analisti da tempo ribattono che il debito dell’azienda italiana avrebbe scoraggiato operazioni straordinarie. Ma posto che questo sia vero, la presenza di Telefonica ha anche impedito qualsiasi accordo come quello tra FT e DT in Inghilterra. Il motivo? Nessun concorrente si alleerebbe con un gruppo che ha già Telefonica come partner. A tutto ciò va aggiunto ciò che è accaduto in Sudamerica, dove Argentina e Brasile erano stati indicati quali punti chiave per la crescita di Telecom mentre sono state bloccati proprio dalla presenza della compagnia presieduta da Cesar Alierta. Dal canto loro gli iberici hanno solo guadagnato da questa avventura: in primis riuscendo ad arrestare l’ascesa dell’accoppiata AT&T-Carlos Slim. vero che oggi incamerano una perdita che si aggira attorno al miliardo, ma quanto sarebbe costato combattere la presenza di AT&T e Slim? Almeno cinque volte tanto. Senza contare che dal primo settembre 2006 il titolo Telecom ha perso il 40%, mentre quello Telefonica è salito del 40%. Alla luce di quanto detto è facile capire come mai molti, anche tra le seconde linee dei manager all’interno del gruppo italiano, siano scontenti della presenza spagnola. Anzi, la preoccupazione di parte del management è che vengano attribuite all’azienda responsabilità eccessive. Si fa notare, ad esempio, che lo stesso amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè, ha cominciato la sua avventura nel gruppo telefonico con accanto compagni di viaggio che non aveva scelto lui, visto che gli spagnoli erano già presenti nell’azionariato. vero, i ricavi sono scesi, ma in linea con quelli degli incumbent concorrenti; a sua volta il debito è calato di circa 2 miliardi tra giugno 2008 e 2009 mentre il titolo (sul quale ieri ha prevalso l’incertezza con le azioni che hanno chiuso in calo dello 0,4% a 1,2 euro) da un anno a questa parte è salito quasi del 12% sovraperformando l’indice di Piazza Affari e quello di settore nonostante una cedola diminuita. Proprio ieri si è riunito un cda di Telecom nel quale Bernabé ha fatto il punto sulla situazione economica e commerciale del gruppo, aggiornando i soci sui risultati raggiunti. Non sono emerse critiche, ma potrebbe trattarsi della classica quiete prima della tempesta. Come detto, però, oggi è il giorno della prudenza ed è tempo di ribadire che niente è stato ancora deciso. Come si traduce il messaggio? Tirando le somme, o Telefonica riuscirà a mettere sul tavolo una proposta che stravolga l’attuale situazione, eliminando in maniera definitiva le ambiguità della gestione precedente. O la marcia di Telco 2, una holding italiana che escluda gli iberici e comprenda anche la Findim di Marco Fossati, procederà a tappe spedite.