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 2009  settembre 25 Venerdì calendario

DROGA, INCESTO E STUPRI ECCO I TERRIBILI PHILLIPS


John Phillips, cantante americano della famosa band folk degli anni Sessanta The Mamas & the Papas, non era proprio un buon "papas". Anzi, il ritratto venuto fuori nelle ultime ore assomiglia più a un orco di qualche bunker artigianale austriaco. La figlia Mackenzie, arrivata al successo grazie ad American Graffiti nel 1973, si è voluta togliere qualche masso dalla scarpa nel suo libro autobiografico High On Arrival. E ha confermato il ritratto agghiacciante del padre anche mercoledì sera, ospite nel salottino dell’americana Oprah Winfrey. Non stiamo parlando di attrazioni fatali ma poi mai effettivamente messe in pratica come quella di Liv Tyler per il padre Steve, leader degli Aerosmith. Il caso della famiglia Phillips pare uno scabroso coacervo di sesso, incesto, aborti e droga che ha già scioccato l’America. E che ha, tra le altre cose, sparato il libro di Mackenzie nelle prime posizioni della classifica Amazon dei libri più venduti. Se l’obiettivo della Phillips era quello di tornare in auge dopo alcuni anni professionalmente in sordina, i risultati sono più che soddisfacenti.
«Una notte mi sono svegliata, avevo un blackout nella mente, ma poi ho scoperto di aver fatto sesso con mio padre», ha letto Mackenzie dal suo libro nel salotto di Oprah, «per fortuna non ricordo come tutto fosse iniziato e nemmeno come fosse finito». Secondo le memorie di High On Arrival, Phillips stuprò la figlia appena diciannovenne dopo averla drogata. Un vizio, questa volta misto ai più animaleschi istinti sessuali, che non era nuovo al cantante di California Dreamin’. Secondo il racconto di Mackenzie, il padre John le aveva insegnato a rollare gli spinelli a 10 anni, a sniffare coca a 14, a inettarsi droga nelle braccia a 16.
Ma vi sono altri particolari inquietanti in questa storia che, se verificata, avrebbe poco da invidiare a quella del mostro austriaco Joseph Fritz. La paterna violenza sessuale citata da Mackenzie sarebbe stata subita addirittura la notte prima del suo matrimonio nel 1979 con Jeff Sessler, membro dell’entourage dei Rolling Stones. Un terribile ius primae noctis che poi però sfocerà in una relazione consensuale tra padre e figlia durata circa dieci anni, a base di incesto e profonda dipendenza dalla cocaina. « come la sindrome di Stoccolma», ha dichiarato la Phillips, «provavo un grande amore per mio padre».
Una relazione così intensa e passionale che, secondo le rivelazioni di Mackenzie, aveva convinto il padre a fuggire con figlia e prole - che quest’ultima aveva partorito da altri contemporanei matrimoni - in un paese dove l’incesto fosse culturalmente e socialmente «accettato». Un piano che poi, anche per via delle parallele relazioni sentimentali dei due, non andò mai in porto. Mentre, dopo dieci anni incestuosi, Mackenzie era di nuovo incinta. Una gravidanza troppo sospetta. Mackenzie, secondo le pagine di High On Arrival, era quasi sicura che il feto fosse del padre. Giunse perciò la tragica soluzione dell’aborto e la rottura della relazione con John Phillips.
Certo, le conseguenze di un tale rapporto incestuoso tra palchi musicali e set cinematografici si sono rivelate indelebili. Anche se Mackenzie perdonò il padre poco prima della sua morte, giunta nel 2001, l’attrice di American Graffiti e One Day at a Time è rimasta tossicodipendente per tutta la vita, tanto che nell’agosto 2008 venne arrestata all’aeroporto di Los Angeles per possesso di cocaina.
Oggi, dopo un anno, ha deciso di dire la sua verità. Messa in dubbio peraltro da Genevieve Waite, moglie di Phillips all’epoca dell’incesto, che ha espresso la sua opinione in un comunicato letto sempre durante la trasmissione di Oprah: «John era incapace, non importa quanto fosse ubriaco o drogato, di aver una relazione del genere con sua figlia». Di parere diverso la sorellastra Chynna che ha dichiarato a Us Weekly di essere venuta a conoscenza della relazione scabrosa nel 1997, proprio da una chiamata di Mackenzie: «Ero così sconvolta che se mi fosse caduto un pianoforte in testa, non me ne sarei accorta».