Mario Sensini, Corriere della sera 25/092009, 25 settembre 2009
«IL SOSTITUTO D’IMPOSTA NON LO FACCIO PIU’ COSI’ L’AZIENDA VIVE MEGLIO»
MILANO – La sua battaglia per non fare più il sostituto d’imposta, Giorgio Fidenato la descrive «in un contesto più ampio». Perché, come ha spiegato ieri Piero Ostellino nel suo editoriale sul Corriere , dal primo gennaio scorso paga «lordi» gli stipendi dei sei dipendenti della «sua» Agricoltori Federati, nata per scissione dalla Confagricoltori locale. Ma la militanza ideale di Fidenato ha radici lunghe, e il rifiuto di svolgere la «costosa funzione di gabelliere » è la ricaduta di una visione dello stato. Naturalmente «minimo»: per questo, ad esempio, è stato cofondatore del Movimento Libertario. E dal primo gennaio ha chiesto ai dipendenti di Agricoltori Federati – «nata perché eravamo stanchi di un sindacato corporativa » – di pagare da soli contributi e tasse.
«Naturalmente non li ho mandati allo sbaraglio,» spiega «ma ho dato loro indicazioni precise su come versare».
All’Agenzia delle Entrate, però, lo spiraglio per una riforma dal basso non si è aperto, anche se l’iniziativa ha prodotto un gruppo di fan su Facebook. «Ma io insisto: per questa via, anche i lavoratori dipendenti capiranno che massa di soldi lo stato sottrae a chi produce ricchezza».
Piccolo agricoltore del Nordest «estremo», provincia di Pordenone, Fidenato è un esemplare paradigmatico e, allo stesso tempo, a rischio di estinzione. Perché ben rappresenta le istanze liberiste che il Nordest espresse negli anni Novanta, da un lato, e perché allo spirito «darwinista » ha però mantenuto una fede assoluta anche mentre le parole d’ordine diventavano «protezione » e «aiuti pubblici ». Così, la crisi «non è colpa del mercato, ma dello stato e delle sue continue intromissioni ». Non gli piacciono, ad esempio, le politiche del ministro dell’agricoltura, veneto e leghista doc Luca Zaia: «Perché dove non passano le merci prima o poi passano i cannoni». E dichiara di ispirarsi al volume del ”97 su «Lo Stato criminogeno», scritto dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti: «Mi piacerebbe che anche il ministro attuasse quei principi».