Aldo Grasso, Corriere della Sera, 25/09/09, 25 settembre 2009
Va in onda Michele venditore di libertà (e di se stesso) - «Per noi importante è il racconto della realtà», dice Michele Santoro in apertura di trasmissione
Va in onda Michele venditore di libertà (e di se stesso) - «Per noi importante è il racconto della realtà», dice Michele Santoro in apertura di trasmissione. Ma c’è tempo. Per intanto la realtà è lui, solo lui. Silvio Berlusconi sostiene che molti giornalisti italiani sono farabutti, Renato Brunetta aumenta il carico e ci mette anche gli intellettuali, notoriamente fannulloni. Non stanno parlando solo di Santoro ma è come se. Che in Italia in questo momento l’informazione non se la passi troppo bene è un fatto, ma paragonarsi a San Lorenzo martire, come ha fatto Santoro approfittando di un discorso del card. Bagnasco, pare un filo esagerato. Brutto segno quando in tv si parla molto di libertà di informazione. Come succede di questi tempi. Non significa necessariamente che tale libertà sia in serio pericolo. Significa anche che l’informazione si riduce a parlare di sé, stretta in un circolo vizioso, quasi ossessivo, autoreferenziale. E poi questi talk si sa come funzionano, puzzano di frasi fatte: quelli di sinistra sostengono una tesi e non si smuovono dalle loro convinzioni; quelli di destra ne sostengono un’altra e non si smuovono. Poi ci sono quelli che si danno sulla voce, sistematicamente, e non si capisce niente. Alla fine della serata i convinti sono ancora più convinti, e gli ostili ancora più ostili. Ed Enrico Mentana, dopo Antonella Clerici e Santoro, dovrà trovarsi un’altra ospitata. In momenti non facili come questi, con una Rai che si sta appiattendo molto sui voleri del premier e con un giornalismo scritto sempre più virilmente cinico e anche baro, verrebbe anche da difendere Santoro. Ma lui, come un’aspide, morde subito. Si capisce perché non sia molto amato, da una parte come dall’altra. Peppino Caldarola lo ha definito «il Lucio Presta del giustizialismo italiano», il press agent di Marco Travaglio. E Giuliano Ferrara ha scritto: «La sua lingua è povera, ossessiva, politicante. Non conosce autoironia né ironia, solo sarcasmi e ribellismi piuttosto plebei». Travaglio pensaci tu! Dopo tanta attesa interviene Marco Travaglio, senza macchia e, per ora, senza contratto, che ci spiega chi sia Gianpi Tarantini, il famoso fornitore ufficiale di escort e indagato nell’inchiesta sulla sanità in Puglia. Lo fa per missione, perché nessun organo di informazione se n’è finora occupato. Santoro spiega anche che nessuno in Italia ha ancora intervistato Patrizia D’Addario. Insomma la libertà di stampa è cosa loro. Un suo cavallo di battaglia è la difesa della diversità: «Coltivando la nostra diversità siamo convinti che la democrazia sarà più forte». Vero, ma la demagogia non pare poi questa grande diversità. Ci sono problemi seri che rischiano di perdere credibilità perché qualcuno si prende troppo sul serio, fastidioso venditore ambulante della libertà.