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 2009  settembre 25 Venerdì calendario

La Fieg torna alla carica su Google - Malinconico spiega le ragioni dell’esposto degli editori all’autorità della concorrenza - Circa il 30% della navigazione su Internet è legata alla ricerca di contenuti editoriali

La Fieg torna alla carica su Google - Malinconico spiega le ragioni dell’esposto degli editori all’autorità della concorrenza - Circa il 30% della navigazione su Internet è legata alla ricerca di contenuti editoriali. Per questo il motore di ricerca californiano si avvantaggerebbe del lavoro delle case editrici non remunerandole in alcun modo - «Le ragioni dell’esposto sono da ravvisare essenzialmente nello sfruttamento a fini pubblicitari del contenuto editoriale e dei profili dei lettori operato dal motore di ricerca». Così ieri il presidente della Fieg, Carlo Malinconico, ha ribadito i motivi dell’esposto che la Federazione degli editori ha inviato all’Autorità della concorrenza e del mercato contro il progetto di Google di creare un nuovo servizio per la fruizione di notizie tramite web raccogliendole tra i siti dei quotidiani. «In particolare», ha continuato Malinconico «abbiamo segnalato all’Autorità che una quota significativa della navigazione in Internet, pari a circa il 30%, deriva dall’accesso a contenuti editoriali. In altri termini, chi naviga in Internet è in misura considerevole a caccia di notizie e commenti, la cui produzione richiede agli editori professionali cospicui e continui investimenti. Google quindi si avvantaggia di tale situazione sia in quanto motore di ricerca, sia in quanto intermediatore di pubblicità, non remunerando in alcun modo gli editori». Per questo, secondo Malinconico, tali comportamenti determinano la sottrazione di risorse pubblicitarie agli editori, che si trovano in posizione di soggezione economica anche quando stipulano contratti di servizi pubblicitari con Google. «Abbiamo pertanto chiesto all’Autorità di valutare se nell’attività di Google, che vanta una posizione dominante sul mercato dei motori di ricerca e su quello della pubblicità on line, siano configurabili abusi», ha concluso Malinconico. Ieri intanto si è aperto a Parigi il processo che vede Google accusata di contraffazione dagli editori francesi. Il colosso americano è accusato di aver lanciato un programma di digitalizzazione dei libri senza aver ottenuto l’autorizzazione degli editori.