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 2009  settembre 25 Venerdì calendario

GNUTTI RIPARTE DAL MATTONE

-Emilio Gnutti è tornato. E non soltanto alla pasticceria Zilioli di Brescia, che ha ripreso a frequentare regolarmente. Da poco ha infatti costituito una nuova società, la Aton Spa.
Gnutti, che venerdì scorso è stato rinviato a giudizio a Milano per la fallita Opa di Unipol su Bnl con altri venti fra cui Antonio Fazio e Giovanni Consorte, potrebbe farvi confluire progressivamente il patrimonio immobiliare oggi in dote a Gp Finanziaria, la cassaforte di famiglia. Poi, dovrebbe usarla per imbastire nuove operazioni. Dunque, almeno per ora e a ragione dello statuto di Aton, il business è quello del mattone: «beni immobili, urbani e rustici», si legge nell’atto costitutivo. Anche se, in quest’ultimo, è scritto pure che «la società può compiere ogni altra operazione industriale, commerciale, mobiliare e finanziaria».
Che Gnutti si fosse ringalluzzito, qui a Brescia, lo avevano capito in molti. In una città che sta mutando profondamente nella politica e nella finanza, con la componente storica fondata sull’asse Bazoli-Camadini che deve prendere atto dell’aggressiva avanzata di Cl e della Compagnia delle Opere, non pochi avevano notato la ricomparsa pubblica del finanziere che nel 1999 ha promosso insieme a Roberto Colaninno l’Opa su Telecom, nel 2001 l’ha venduta a Marco Tronchetti Provera e nel 2005 ha partecipato alla calda stagione delle Coop, degli immobiliaristi e dell’arrocco, riuscito, di quel che restava del capitalismo tradizionale italiano.
Negli ultimi mesi, per Gnutti, qualcosa è cambiato: di nuovo la frequentazione dei locali storici, lo struscio sotto i portici, la collezione di supercar che, dopo essere rimasta dormiente per diversi mesi, veniva mostrata con orgoglio agli amici, intimi e non. E, adesso, i primi passi effettivi della Aton. L’unica cosa diversa, dallo schema tradizionale adoperato da Gnutti, è il numero civico della sede della società: non Corso Giuseppe Zanardelli 32, bensì 38. Per il resto, le cose non mutano: un pacchetto consistente in capo alla sua famiglia, più una serie di imprenditori bresciani a portare soldi. Per ora, il capitale sociale è di 10 milioni di euro. Stando ai documenti pubblicati dal Cerved, il capitale è stato interamen-te sottoscritto, anche se finora sono stati versati solo 2,5 milioni di euro. Gnutti in prima persona ha il 15 per cento. La Gp Finanziaria, controllata dai figli Thomas e Arianna, detiene il 5 per cento. La Siltom di Thomas il 2 per cento. Ha l’1% Roberto Danesi, da sempre assistente di Gnutti, che è pure amministratore unico della Aton. Poi, ci sono gli industrialibresciani che continuano a credere nel suo talento di investitore, nonostante la partecipazione agli oltre 2 miliardi di euro di perdite accumulate da Hopa fra il 2005 e il 2007, limitate con la ristrutturazione dell’anno scorso a "soli" 64 milioni di euro. Un socio forte di Aton, con il 20%, è la Finanziaria e Immobiliare Parigi, di proprietà della famiglia Marinelli, leader nel business degli allumini. Poi, c’è la Rbm della famiglia Bossini (il ramo di Guido, rubinetti e valvole), che ha il 10 per cento. Quindi, come persona fisica, ha il 10% Arturo Bersi Serlini, titolare di una grande cantina.Possiede il 2%l’antiquario Gianmaria Casella.
Dunque, per adesso, un buon 40% della nuova società è in mano a vecchi soci che erano presenti nelle scatole usate da Gnutti per le sue iniziative. Manca, curiosamente, lo storico braccio destro di Gnutti, Roberto Marniga. E mancano alcuni nomi delle famiglie storiche dell’industria bresciana che, preferendo i titoli azionari ai tondini, negli ultimi dieci anni hanno pensato di partecipare al sogno della finanza, spesso svegliandosi di soprassalto, con un bel po’ di debiti nelle tasche: stando ai documenti consultati dal Sole 24 Ore non ci sono i Bertoli (Abert, posateria), i Consoli (Puliture ed Affini, pulizie industriali), gli Annovazzi (grossisti di materiale idraulico con la Centro Gamma), i fratelli Moreschi (concessionari di auto e produttori con la Cofemo di basamenti per poltrone per ufficio), i Pasotti (imprenditori agricoli), Aldo e Vittorio Bonomi (rubinetti con le Rubinetterie Bresciane e con la Mp), Italo Palazzani (rubinetteria omonima) e Massimo Bossini (titolare della Bossini, produttrice di docce).
In questa storia di ritorni, c’è un filo sottile e appena visibile che lega Brescia e Bologna: Emilio Gnutti e Giovanni Consorte, il finanziere rosso che quattro anni fa dalla sede di Via Stalingradocercò di guidare Unipol all’acquisizione di Bnl. Secondo il Cerved, infatti, la Finanziaria e Immobiliare Parigi, di proprietà della famiglia Marinelli, non è soltanto azionista forte della nuova società di Gnutti. Possiede anche l’1,22% di Intermedia Holding e ha la stessa quota di Intermedia Finance, le nuove società di Consorte.