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 2009  settembre 25 Venerdì calendario

I PAESI «TRASPARENTI» ALL’ESAME DELL’AGENZIA

Una speciale white list per lo scudo fiscale.I tecnici dell’amministrazione finanziaria stanno mettendo a punto un elenco dei paesi – anche extra Ue – dai quali sarà possibile sia rimpatriare i beni e le attività detenute illecitamente che provvedere alla loro regolarizzazione. La lista bianca per lo scudo fiscale (si veda anche «Il Sole 24 Ore» del 22 settembre) dovrebbe essere pronta a breve e potrebbe accompagnare la versione definitiva della circolare che l’agenzia delle Entrate sta completando in questi giorni.
 questo uno dei chiarimenti emersi ieri a Milano nel corso di un affollato convegno organizzato da Assofiduciaria sul rientro dei capitali.L’incontro è stato l’occasione per spostare dal web (sono 58 i suggerimenti online arrivati intanto al sito dedicato all’argomento) a un forum live , il confronto tra agenzia delle Entrate, intermediari e professionisti coinvolti nell’operazione.
Regolarizzazione più ampia
Il Dl anti-crisi (n. 78) ha previsto un’alternativa secca trail rimpatrio fisico dei beni e la regolarizzazione ( cioè, la chance di aderire alla sanatoria lasciando i beni al di là dei confini nazionali). Opzione che dipende dalla natura dei beni e dal paese nel quale sono collocati. La facoltà della regolarizzazione potrà essere esercitata in un ambito maggiore rispetto a quello che la filosofia dello scudo – ossia favorire l’effettivo rientro di beni e attività finanziarie in Italia – imporrebbe. Oggi la regolarizzazione è ammessa dai paesi Ue, da quelli aderenti allo Spazio economico europeo e da altri purchè garantiscano un effettivo scambio di informazioni. La bozza provvisoria di circolare in quest’ottica promuove Norvegia e Islanda, ma boccia il Liechtenstein. La versione finale del provvedimento delle Entrate dovrà precisare, invece, quando lo scambio potrà considerarsi "effettivo". Se ci dovesse affidare a un’interpretazione letterale paesi Ue come Austria, Belgio e Lussemburgo rischierebbero di essere esclusi dalla regolarizzazione poiché è molto difficile ottenere informazioni da loro.
Perciò si ricorrerà a un parametro più usuale per il settore: per entrare nella lista bianca dello scudo quindi sarà sufficiente riscontrare la presenza di un "adeguato" scambio di informazioni.
La white list per lo scudo fiscale andrà anche oltre il territorio europeo. Il fatto che l’articolo 56 del Trattato istituivo della comunità vieti restrizioni alla circolazione dei movimenti di capitale anche tra Stati membri e paesi terzi, sta inducendo infatti l’amministrazione ad allargare la facoltà di regolarizzazione anche a paesi extra Ue, come gli Stati Uniti o il Brasile, sempre a patto che venga garantita la trasparenza fiscale e che Roma sia messa nelle condizioni di non perdere di vista i beni "riemersi". Si prenderà a riferimento la white list redatta secondo i parametri fissati dalla legge 239 e approvata con il decreto ministeriale del4 settembre 1996. Lista che andrà aggiornata ed estesa per esempio a tutti quei paesi che hanno sottoscritto convenzioni contro la doppia imposizione.
Gli altri chiarimenti
Nel testo che le Entrate si apprestano ad approvare dovrebbero trovare posto, inoltre, indicazioni più nette in materia di trust opachi e trasparenti, sul regime da applicare alle fiduciarie e sui tempi dei rientri aventi per oggetto fondi non armonizzati. Non dovrebbe essere possibile regolarizzare immobili situati in Italia ma intestati fittiziamente a soggetti esteri, mentre a certe condizioni dovrebbe esserci lo spazio per una "cartolarizzazione" degli immobili. Per esempio conferendo questi ultimi in società e facendo rientrare le partecipazioni.