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 2009  settembre 25 Venerdì calendario

La Federal Reserve muove i primi passi dell’exit strategy - In concomitanza con l’apertura del G20 di Pittsburgh in Pennsylvania, ieri la Federal Reserve ha annunciato i primi timidi passi verso l’exit strategy

La Federal Reserve muove i primi passi dell’exit strategy - In concomitanza con l’apertura del G20 di Pittsburgh in Pennsylvania, ieri la Federal Reserve ha annunciato i primi timidi passi verso l’exit strategy. L’istituto guidato da Ben Bernanke, alla luce di un miglioramento dei mercati finanziari, continuerà a garantire fino a gennaio le maxi-immissioni di liquidità a breve verso le banche a tassi agevolati, attraverso i Taf (Term Auction Facility), dopodiché taglierà l’entità e la maturazione delle scadenze delle aste. Anche la Bce, la Banca d’Inghilterra e la Banca centrale svizzera, che avevano aderito alle immissioni di liquidità in dollari della Fed, si comporteranno allo stesso modo. La Bce, ha fatto sapere, inizierà a scalare le sue aste in dollari, mantenendo quelle a una settimana. Inoltre ha annunciato che assicurerà finanziamenti in dollari fino a gennaio, mentre interromperà le aste a 84 giorni in valuta Usa a partire da quella del prossimo 6 ottobre. Lo stesso faranno la Banca d’Inghilterra e la Banca centrale svizzera. L’annuncio ha avuto un effetto positivo sul biglietto verde, con l’euro sceso a 1,4636 dollari. La mossa di Bernanke, pur essendo significativa, è solo un piccolo assaggio e non può perciò essere accolta come la prova che la situazione dell’economia mondiale sia in sensibile miglioramento. Dalle battute iniziali di ieri del vertice dei capi di Stato e di governo del G20 si è subito capito che i punti di disaccordo sono numerosi e c’è concordia solo sul fatto che è troppo presto per iniziare l’exit strategy. Perché è vero che la recessione è finita, ma gli effetti della crisi, soprattutto sul fronte disoccupazione, ancora persistono: bisogna quindi insistere sul fronte delle misure di stimolo all’economia. Per il resto, gli addetti ai lavori stanno ancora cercando di trovare le giuste formule di compromesso. Da segnalare che ieri, poco prima di partire per Pittsburgh, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha dichiarato che il G20 non dovrebbe concentrarsi sul tema degli stimoli alla crescita economica a scapito dei precedenti impegni per riformare i mercati finanziari globali: Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha invece sottolineato che la lotta alla speculazione «è molto più importante» rispetto al tetto per i bonus dei banchieri. Mentre il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, in un discorso tenuto ieri sera all’Università di Pittsburgh, dove gli è stata conferita una laurea ad honorem, ha affermato che «solo l’Europa e gli Stati Uniti, con la nostra portata globale, il nostro potere economico e i nostri valori comuni, hanno la massa critica necessaria per offrire una guida coerente e positiva per il mondo». Un attacco all’idea del G2, composto solo da Stati Uniti e Cina, supportata anche dal fatto che solo l’Unione Europea ha un pil analogo a quello Usa (è anzi addirittura superiore), mentre il colosso asiatico è ancora indietro di molte lunghezze. Barroso ha insistito: «Dobbiamo mantenere alta la pressione per la riforma dei mercati finanziari. La Commissione europea ha presentato diverse proposte, e questa settimana sono state pubblicate delle proposte giuridiche formali per una nuova architettura della vigilanza. Abbiamo bisogno di premere su azioni volte a garantire un settore finanziario sano e di successo in futuro, che deve includere una forte spinta per il coordinamento e una decisa azione internazionale sulle retribuzioni».