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 2009  settembre 25 Venerdì calendario

SCUDO FISCALE VERSO LA FIDUCIA

Dopo lo stop-and-go, la volata finale. La versione "maxi" dello scudo fiscale è stata approvata ieri con un esame lampo dalle commissioni Finanze e Bilancio della Camera, che non hanno accolto alcun emendamento al testo del decreto legge correttivo anti crisi. Il provvedimento, blindato per volere del Governo, passerà da lunedì all’esame dell’aula di Montecitorio con tempi strettissimi. Il Dl scade il 3 ottobre ed entro quella data dovrà essere convertito in legge: già ieri nei corridoi della Camera correva voce - non confermata - del ricorso in extremis al voto di fiducia in un clima politico comunque molto teso, con una crescente denuncia dei partiti dell’opposizione contro una legge «generosa» per l’aliquota, «vergognosa» in quanto amnistia e colpo di spugna per i reati.
Al di là delle scadenze tecniche parlamentari, per lo scudo fiscale tre - con la sua nuova finestra abbreviata di quattro mesi perché anticipata al 15 dicembreilpasso d’ora in avanti non può essere altro che accelerato. La possibilità di rimpatriare e regolarizzare capitali e patrimoni esportati per vie clandestine e tenuti nascosti al Fisco è scattata dal 15 settembre ma per gli addetti ai lavori si è trattato finora di una falsa partenza. La circolare in fase di bozza e l’arrivo di emendamenti pesanti (l’estensione alla platea degli scudati ai partecipanti delle società estere, la cancellazione dell’obbligo di segnalazione per le norme antiriciclaggio sui reati non punibili con lo scudo e l’allungamento della lista dei reati tributari e societari protetti tra i quali il falso in bilancio) hanno tenuto il freno tirato alle presentazioni delle dichiarazioni riservate e al pagamento dell’aliquota del 5% sul capitale emerso. La mancanza di chiarezza da un lato, e la valanga di novità, precisazioni e interpretazioni dall’altro lato hanno generato una gran confusione tra i potenziali "scudati", gli intermediari e i professionisti.
Con l’obiettivo di sgombrare il campo da qualsiasi equivoco sulle date relative ai procedimenti in corso e mettere gli ultimi puntini sulle "i", il sottosegretario al Tesoro Alberto Giorgetti ha ribadito ieri che lo scudo fiscale non vale per chi ha procedimenti in corso, anche quelli di natura penale, e che fa fede «la data del 15 settembre». Su questo punto, come anticipato ieri dal Sole 24 Ore, il Tesoro e l’agenziadelle Entrate viaggiano all’unisono: una precisazione scritta in tal senso sarà data nel testo definitivo della circolare che dovrebbe essere pubblicato nei prossimi giorni. Chiunque è oggetto di un procedimento aperto e dunque in corso, che sia accertamento o ispezione, verifica o controllo, non può ricorrere in alcun modo allo scudo fiscale: e questo è il messaggio prevalente delle autorità; a differenza dello scudo uno e dello scudo due, in questa terza edizione gli indecisi rischiano di essere colti sul fatto prima di aver presentato la dichiarazione riservata e aver pagato l’aliquota. Il ministero dell’Economia negli ultimi tempi ha inasprito e molto la lotta all’evasione fiscale, di concerto con altri Paesi su scala internazionale contro i paradisi fiscali e il segreto bancario e sul territorio italiano con un approccio capillare e mezzi potenziati.
La protezione dello scudo, tuttavia, potrebbe favorire i 552 presunti evasori che, secondo la Procura di Milano, avrebbero affidato la gestione dei loro soldi all’avvocato Fabrizio Pessina. Il computer di Pessina, arrestato per riciclaggio a Malpensa il 18 marzo scorso, ha rivelato i nomi di industriali, imprenditori e noti professionisti che avrebbero nascosto all’estero(Svizzera, Panama, Liechtenstein) decine di milioni di euro. La legge sullo scudo fiscale esclude i benefici per le persone coinvolte in «procedimenti in corso», ma non per quelle semplicemente indagate nei confronti delle quali non c’è stata ancora la richiesta di rinvio a giudizio: è quanto è emerso ieri negli ambienti giudiziari del capoluogo lombardo secondo le agenzie di stampa.