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 2009  settembre 25 Venerdì calendario

DONNE IN CARRIERA, PERCH IL SUCCESSO NON D LA FELICIT

Le donne diventano più infelici, dico al mio amico Carl. «Come fai a dirlo?», replica lui impassibile. « sempre stato un piagnucolio incessante». Perché siamo più tristi?, insisto io.«Perché voi siete sensibili»risponde lui con un ghigno beffardo. «Voi avete emozioni».
Ah, quello. Nei primi anni 70, lacerato il bozzolo domestico, lasciata alle spalle la vita confinata delle loro madri, le giovani donne si sentivano euforiche e intrepide.
Ma più traguardi conquistavano, più sembravano soffrire. La rivoluzione femminista ha finito per beneficiare più gli uomini che le donne? Secondo il General Social Survey, l’indagine statistica che registra gli umori della popolazione americana fin dal 1972, e secondo altri cinque studi di alto livello in altre parti del mondo, le donne stanno diventando più scontente e gli uomini stanno diventando più felici. Prima degli anni 70 c’era un gap di genere in America, ed erano invece le donne a stare meglio. Ora è il sesso forte a essere più felice. Come sottolinea Arianna Huffington in un messaggio sul suo blog intitolato «La triste e scioccante verità su quello che provano le donne»: «Non importa qual è il loro stato civile, quanti soldi guadagnano, se hanno o non hanno figli, qual è la loro origine etnica o in quale paese vivono. Le donne sono depresse, in tutto il mondo ». (L’unica eccezione sono le donne nere americane, che sono leggermente più felici rispetto al 1972, ma comunque non felici quanto gli uomini neri.) Markus Buckingham, ex ricercatore della Gallup che ha pubblicato un nuovo libro intitolato
Find Your Strongest Life: What the Happiest and Most Successful Women Do Differently , (Fai la tua vita più forte: cos’hanno di diverso le donne più felici e più di successo) dice che uomini e donne seguono una tendenza inversa nel grafico della vita. «Le donne cominciano la loro vita più contente degli uomini, ma poi, invecchiando, diventano gradualmente più infelici», scrive Buckingham nel suo nuovo blog sul The Huffington Post, sottolineando che questa visione più cupa ha a che fare con il matrimonio, il denaro e i beni materiali. «Gli uomini, al contrario, invecchiando diventano più felici».
Buckingham e altri esperti contestano la teoria che attribuisce questo differenziale di felicità al fatto che le donne a casa devono sopportare un maggior carico di lavoro, il "secondo turno": è vero che la preparazione dei pasti, la pulizia della casa e l’allevamento dei figli ricadono ancora in misura prevalente sulla donna, ma la tendenza è in direzione di una maggiore parità, e questo dovrebbe rendere le donne meno stressate.
Quando le donne entrano negli ambiti dominati dagli uomini, sono più esigenti con se stesse ( quindi si stressano di più). Se una volta la propria autostima era data dall’aspetto, dai figli, dai mariti, dal giardino e dalle cene con invitati, ora è data dall’aspetto, dai figli, dai mariti, dal giardino, dalle cene con invitati e dagli studi universitari, dal lavoro, dalle scadenze in ufficio e dalla capacità di gestire un rapporto di coppia in cui tutti e due lavorano e cercano di portare avanti una carriera.
«Le scelte sono stressanti di per sé», dice Buckingham in un’intervista. «E le donne diventano matte». Più di tutti sono i figli a farle impazzire. «Fra tutti i dati sulla felicità, la cosa che nella vita ti toglierà più felicità è avere figli», dice Betsey Stevenson, assistente universitaria alla Wharton e coautrice di un saggio intitolato
The Paradox of Declining Female Happiness (Il paradosso del declino della felicità femminile). «Vale se sei ricca o se sei povera, se hai figli presto o se hai figli tardi.
Eppure non conosco quasi nessuno che dica che vorrebbe non aver avuto figli, o che dica di pensare che sono stati i figli a distruggere la sua felicità».
Più cose importanti si affollano nella nostra vita, meno attenzione le donne riescono a riservare a ciascuna cosa. E aggiungiamo il fatto che le donne sono ormonalmente più complicate e biologicamente più vulnerabili degli uomini. Le donne sono molto più dure con se stesse.
Le donne tendono a legarsi di più agli altri, si autoflagellano di più quando perdono il legame, prendono le cose più sul personale al lavoro e si riempiono di antidepressivi molto più degli uomini.
«La vita delle donne diventa sempre più vuota», dice Buckingham. «Fanno più cose e provano meno emozioni».
Un altro problema drammatico: l’America è sempre più ossessionata dalla giovinezza e dall’aspetto, con una vastissima offerta di costose procedure cosmetiche che consentono a una donna di diventare la propria Frankenstein Barbie. Gli uomini possono invecchiare rimanendo attraenti, mentre le donne sono tenute a replicare (anche chirurgicamente) i loro vent’anni fino ai sessanta.
Buckingham dice che l’aumento della prosperità ha reso gli uomini più felici. E li ha anche sollevati dal peso di reggere solo con le proprie forze le finanze familiari, non hanno più la pressione di donne che dipendono totalmente da loro. E se la cavano anche meglio nei rapporti sentimentali, quando invecchiano. Ci sono più vedove che vedovi e per un uomo è più facile trovare una compagna più giovane. La Stevenson guarda all’aspetto positivo di questa tendenza cupa, suggerendo che il punto non è la felicità. Siamo più felici di avere questa nuova abbondanza di scelte, anche se queste scelte finiscono per renderci infelici. Un paradosso davvero.