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 2014  ottobre 03 Venerdì calendario

In Italia

Il Presidente della Repubblica è Giorgio Napolitano
Il Presidente del Senato è Pietro Grasso
Il Presidente della Camera è Laura Boldrini
Il Presidente del Consiglio è Matteo Renzi
Il Ministro dell’ Interno è Angelino Alfano
Il Ministro degli Affari Esteri è Federica Mogherini
Il Ministro della Giustizia è Andrea Orlando
Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze è Pier Carlo Padoan
Il Ministro di Istruzione, università e ricerca è Stefania Giannini
Il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali è Giuliano Poletti
Il Ministro della Difesa è Roberta Pinotti
Il Ministro dello Sviluppo economico è Federica Guidi
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali è Maurizio Martina
Il Ministro di Infrastrutture e trasporti è Maurizio Lupi
Il Ministro della Salute è Beatrice Lorenzin
Il Ministro di Beni e attività culturali e turismo è Dario Franceschini
Il Ministro dell’ Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare è Gian Luca Galletti
Il Ministro degli Affari regionali è Maria Carmela Lanzetta (senza portafoglio)
Il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è Marianna Madia (senza portafoglio)
Il Ministro per le Riforme Costituzionali e i rapporti con il Parlamento è Maria Elena Boschi (senza portafoglio)
Il Governatore della Banca d’Italia è Ignazio Visco
Il Presidente di Fca è John Elkann
L’ Amministratore delegato di Fca è Sergio Marchionne

Nel mondo

Il Papa è Francesco I
Il Presidente degli Stati Uniti d’America è Barack Obama
Il Presidente del Federal Reserve System è Janet Yellen
Il Presidente della BCE è Mario Draghi
Il Presidente della Federazione russa è Vladimir Putin
Il Presidente del Governo della Federazione russa è Dmitrij Medvedev
Il Presidente della Repubblica Popolare Cinese è Xi Jinping
La Regina del Regno Unito è Elisabetta II
Il Premier del Regno Unito è David Cameron
La Cancelliera Federale di Germania è Angela Merkel
Il Presidente della Repubblica francese è François Hollande
Il Primo Ministro della Repubblica francese è Manuel Valls
Il Re di Spagna è Felipe VI di Borbone
Il Presidente del Governo di Spagna è Mariano Rajoy Brey
Il Presidente dell’ Egitto è Abd al-Fattah al-Sisi
Il Primo Ministro di Israele è Benjamin Netanyahu
Il Presidente della Repubblica Turca è Recep Tayyip Erdogan
Il Presidente della Repubblica Indiana è Pranab Mukherjee
Il Primo Ministro della Repubblica Indiana è Damodardas Narendra Modi
La Guida Suprema dell’ Iran è Ali Khamenei
Il Presidente dell’ Iran è Hassan Rohani

Ieri la Borsa di Milano ha perso quasi il 4% (3,92) in un quadro mondiale negativo per la debolezza del prezzo del petrolio, intorno ai 90 dollari il barile, e per il discorso di Mario Draghi a Napoli che gli operatori hanno giudicato con pessimismo. Piazza Affari è stata comunque la peggiore di tutte.

Che cosa ha detto Draghi?
Come sa, la Bce ha l’abitudine di riunire il suo direttivo ora qua e ora là, e ieri era a Napoli, disastrata in sé e ancora più disastrata per la vicenda De Magistris. S’è spostato anche il presidente della Repubblica che ha esortato tutti quanti a scelte che favoriscano la crescita, la ripresa dell’economia e soprattutto il calo della disoccupazione. Riferiamo per dovere di cronaca, come avrà capito, perché questi discorsi sono ormai di circostanza e nessuno né tra i banchieri né tra i politici sa davvero con sicurezza quali siano le scelte per favore crescita, ripresa e occupazione. Di circostanza anche i cortei e in definitiva persino le cariche della polizia. Su questo versante è accaduto poco o niente. Invece il discorso di Draghi ha provocato uno sconquasso. Il governatore ha prima di tutto annunciato che tutti i tassi d’interesse, schiacciati ai minimi poche settimane fa, sarebbero rimasti invariati. Per il resto, Draghi ha annunciato che la Bce acquisterà prestiti cartolarizzati (Abs) nel quarto trimestre 2014 e a partire da metà ottobre anche obbligazioni garantite. Questi acquisti andranno avanti per due anni e copriranno «un universo potenziale di mille miliardi di euro». Contemporaneamente, per combattere la deflazione («sostenere la dinamica dei prezzi»), la Bce pomperà, mediante aste, liquidità nel sistema bancario, imponendo però che i soldi siano messi a disposizione delle imprese. Quest’ultima manovra si chiama Tltro e l’ultima volta ha dato un risultato deludente: le banche hanno prelevato dalla Bce la metà del monte disponibile. Il governatore ha infatti precisato che «le prospettive d’inflazione a medio e lungo termine sono peggiorate e vediamo che i rischi sono aumentati». È probabilmente quest’ultima frase ad aver spaventato gli operatori. Anche se siamo in deflazione, con i prezzi che tendono a scendere, l’inflazione, dice Draghi, resta un pericolo. E se resta un pericolo, le politiche espansive devono necessariamente essere frenate o dismesse. È il punto di vista tedesco che, almeno a parole, Draghi ha dovuto sposare. D’altra parte i vertici economici della Ue sono presidiati da rigoristi a prova di bomba.  

Quindi i mercati sono andati giù.
I mercati erano nervosi da parecchi giorni, e le parole di Draghi li hanno spinti alla fuga, cioè alle vendite in massa. Che cosa avrebbero voluto i mercati? Che il governatore, magari con prudenza, annunciasse acquisti massicci di titoli del debito pubblico, che è il modo moderno di stampare moneta. Le parole esatte per definire questa tecnica sono: «quantitative easing» e certamente le avràò sentite pronunciare anche lei. Si stampa moneta, ci si indebita, con i soldi fabbricati in questo modo si investe in infrastrutture, opere pubbliche, tagli fiscali, riparte l’occupazione, riparte la domanda, il problema è risolto.  

Qual è il pericolo di una politica simile?
Che il denaro, messo in circolo in una quantità esagerata, perda rapidamente valore e che quindi, incassati risultati soddisfacenti all’inizio, si paghi poi lo scotto di un aumento generalizzato dei prezzi, cioè di una ripresa inflazionistica che vanifichi tutto. A che vale possedere un miliardo di marchi se poi col miliardo di marchi mi ci compro a mala pena un francobollo? Il “quantitative easing” non sembra pericoloso adesso perché siamo in deflazione, cioè nella situazione opposta. E però da quell’orecchio i tedeschi non ci sentono.  

Si dice per il trauma dell’inflazione dei tempi di Weimar, quando, appunto, con un miliardo ti compravi un francobollo.
Sì, ma non è solo una questione psicologica. Il surplus commerciale tedesco (200 miliardi) e i risparmi delle famiglie (4.000 miliardi) sono tutti investiti in titoli. Anche un’inflazione dello 0,1% per la Germania è fastidiosa. Per loro, che sono creditori, la deflazione è una manna. Questa è la dura verità.  

Che risultati ha dato il quantitative easing in Giappone e negli Stati Uniti?
Per ora buoni. Fino a poche settimane fa gli americani hanno comprato debito pubblico al ritmo di 80 miliardi al mese, con un beneficio anche per noi. Adesso però la Yellen ha smesso. I giapponesi, che hanno un debito del 238% del Pil e un deficit al 10%, hanno inondato il mondo di liquidità con l’intenzione di portare l’inflazione da 0 al 2%. Finora gli è andata bene, anche se con qualche scricchiolio. (leggi)

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