Andrea Arzilli, Corriere della Sera 3/10/2014, 3 ottobre 2014
I CLUB VOGLIONO FERMARE IL DECRETO DEI 25 MILIONI ALLE FORZE DI POLIZIA
Passa la fiducia, non la paura dello sciopero: in bilico il turno tra il 18 e il 20 ottobre, in A è la settima giornata. Questo perché ieri la Camera ha dato il via libera al decreto Alfano sulla violenza negli stadi: 323 sì, 168 no e 9 astenuti, testo approvato con buona pace dei club di calcio che dovranno pagare circa 25 milioni l’anno per gli straordinari dei poliziotti in servizio da stadio. Per ora è stato confermato il prelievo coatto di una quota (dall’1 al 3%) sugli incassi da botteghino, ma il 7, martedì, la Camera voterà l’eventuale ritocco che permetterebbe di allargare il bacino tassabile al totale delle entrate dei club, diritti tv compresi. Poi, probabilmente martedì 14, il decreto passerà in Senato dove dovrà essere convertito in legge entro il 21, pena la decadenza. E il calcio che fa? Semplice, non si rassegna al ruolo di locomotiva dello sport e non ci sta a versare nelle casse dell’Erario un’aggiunta al contributo (circa un miliardo di euro) già a regime. Quindi si prepara alla battaglia in Senato (l’uomo chiave sarà Franco Carraro) e attrezza la reazione choc: per venerdì 10 la Lega di A ha convocato a Milano l’assemblea d’emergenza, la B e la Legapro si muoveranno in armonia, ha caricato Lotito, testa di ponte tra Figc e Leghe. Il che porta dritti ad uno sciopero che potrebbe essere annunciato proprio il 10 stesso, cioè a soli quattro giorni dall’approdo del testo in Senato. Come una pistola poggiata sul tavolo da poker. E la data, l’unica utile considerata la pausa per la Nazionale, potrebbe essere quella della giornata numero 7 in serie A, anche se i vertici delle istituzioni sportive sperano di trascinare il premier Matteo Renzi ad un confronto risolutivo. «Sciopero? È prematuro», ha rimandato il presidente Figc, Carlo Tavecchio (foto). «Penso sia una cosa inaccettabile per un sistema che paga un miliardo di euro di tasse. Demagogia insostenibile!», il tweet di Andrea Abodi, leader della serie B che poi ha aggiunto: «In un Paese civile ci si confronta». Mentre Maurizio Zamparini ha dato la sua pizzicata al premier: «Lui e i politici si pagassero le loro scorte».