3 ottobre 2014
Rosina Raffaele, 74 anni. Sarta in pensione, vedova dal ’90, tre figli, viveva da sola in una casa a Guidonia, dove a detta di chi la conosceva era «benvoluta da tutti»
Rosina Raffaele, 74 anni. Sarta in pensione, vedova dal ’90, tre figli, viveva da sola in una casa a Guidonia, dove a detta di chi la conosceva era «benvoluta da tutti». L’altro giorno andò a trovarla la nipote Lucia, 43 anni, a un certo punto le due presero e litigare e Lucia, afferrato un coltello da cucina, lo infilò trenta volte nel corpo della zia lasciandole la lama conficcata nell’addome. Il cadavere, trovato in una pozza di sangue, in camera da letto, da uno dei figli. Ai poliziotti che la arrestarono tre giorni dopo, l’assassina spiegò: «Ha parlato male dei miei genitori morti e non ci ho visto più». Lunedì 6 ottobre in via Vincenzo Monti, a Setteville (Guidonia Montecelio).