S. Ant., Il Messaggero 3/10/2014, 3 ottobre 2014
BERLINO, LONDRA E VIENNA: LA LEZIONE EUROPEA
ALL’ESTERO –
ROMA Per l’Italia è una rivoluzione, nei paesi europei è una consuetudine. «In Francia sono molti i teatri che lavorano con orchestre esterne, autonome, in Spagna quasi tutti, in Olanda, ovunque», hanno ricordato ieri in conferenza stampa il sindaco Marino e il sovrintendente dell’Opera di Roma Fuortes, presentando il piano di risanamento che parte dal licenziamento collettivo dei musicisti del Costanzi e che punta a un progetto di rilancio a livello internazionale.
Una soluzione «dura e dolorosa per tutti - hanno sottolineato - ma se applicata su scala nazionale potrebbe riportare la lirica italiana a livelli internazionali». A un’eccellenza degna della patria del melodramma, dove, al momento, vivono invece in stato di precarietà la maggior parte delle quattordici fondazioni liriche alimentate dal Fus e dagli enti locali e dissanguate da contratti integrativi.
Il modello italiano, nato subito dopo le proteste sessantottine, è rimasto unico nel panorama europeo dove invece sono numerose (e prestigiose) le orchestre gestite da organismi autonomi, con musicisti riuniti in associazioni o cooperative, legate ai teatri da convenzioni. Un modo per alleggerire i costi del personale, ma che in cambio consente una maggiore libertà agli artisti di proporsi (con modalità scritte e sottoscritte) sul libero mercato.
“IN AFFITTO”
In Inghilterra sono maestri: sul sito della London Symphony Orchestra, compare la scritta “On Hire”, in affitto. L’orchestra, tra le più richieste, è autogestita “self-governing”, governata da un Board di cui fanno parte anche i musicisti. Ha una convenzione con il Comune di Londra, ma svolge parallelamente decine di altre attività: oltre a suonare nelle sale di maggior prestigio offre una squadra disponibile a ogni tipo di servizio. DaLle registrazioni commerciali, alle colonne sonore dei film, dai jingle pubblicitari ai computer games: 25 progetti l’anno - spiega lo statuto della London - per soddisfare qualsiasi richiesta. Compresa quella di fornire “chiavi in mano” professori per musica da camera, sinfonica, operistica.
Una disponibilità impensabile in Italia, dove esistono voci “indennità” per qualsiasi fuori programma. «Ma è stato proprio questo sistema a paralizzare produttività e qualità», hanno sottolineato ieri in Campidoglio.
I Wiener lavorano contemporaneamente nel teatro di Vienna e in tournée, per balletto, stagione sinfonica e lirica. Organizzano il calendario in modo da poter mantenere un livello altissimo in sede e una qualità competitiva per l’attività autonoma.
Autonomi e potentissimi i Berliner. Il manager è stipendiato dalla fondazione che è anche proprietaria del teatro. Il loro brand è talmente alto da vantare un calendario inarrivabile.
LA COOPERATIVA
Il modello più amato in Spagna e adottato dal 1996 dal teatro Real di Madrid. Tra le realtà più giovani del panorama europeo, la sala venne inaugurata nel 1996 su un progetto di Lissner (che però andò via prima del taglio del nastro) ed è gestita da una Fondazione che ha come socio maggioritario il Governo e non prevede sul libro paga né orchestra né coro né corpo di ballo. Il contratto di servizio con una cooperativa di musicisti che risponde a un direttore generale dura cinque anni, è stato puntualmente rinnovato, senza scioperi, senza chiusure di sipario.